Ventimila persone hanno applaudito, sabato sera alla Marina, Renzo Arbore e la sua Orchestra Italiana. Due ore e mezza di concerto, per la migliore chiusura possibile di Civiatvecchiainfestival (oltre all’alba alla Ficoncella con Haber, apprezzata da chi è riuscito a rimanere in piedi tutta lo notte, per poi godersi un grande attore ed un bagno caldo con i cornetti offerti da Pino Quartullo). Arbore non si è risparmiato: ha aperto con “Era de maggio”. Poi “’O Sarracino”, “Chella llà”, “Dicitencelle vuje”, tutti must della canzone napoletana, fra cui non poteva mancare, in una versione sceneggiata dallo stesso Arbore, “Malafemmena”, con le immagini di Totò sul maxi schermo. E poi, via via tra gli applausi crescenti, altri pezzi fino a “Cocorito” ed ad una digressione di Gegé Telesforo, percussionista ed apprezzato vocalist jazzistico. Ancora Napoli, con ”Luna Rossa”, “Catarì”, “Comme facette mammeta”, “’O surdato ‘nnammurato”, “Reginella”. E poi, gran finale da tivvù: “Ma la notte”, “Vengo dopo il Tiggì”, “Tanto pe’ canta’”, “Dove sta Zazà”, “Il clarinetto” e “Il materasso”.
Cultura e Spettacoli
22 Aprile 2013
In ventimila alla Marina per un grande Arbore

