Politica
22 Aprile 2013
L’Unione fa fuori le liste civiche

di MARCO SETACCIOLI

L’Unione torna a sedersi nuovamente attorno al tavolo in vista delle prossime elezioni amministrative, riuscendo anche a trovare una sintesi unitaria sulle liste civiche, per il momento escluse, ma la strada da fare è ancora lunga. Prova ne è la conferenza stampa congiunta convocata questa mattina presso la sede dei Ds e che doveva essere la ‘‘vetrina’’ di un centro sinistra che aveva ritrovato l’unità e nella quale sono invece affiorati malumori, screzi e battibecchi. Eppure ad ascoltare le premesse fatte dal padrone di casa, il segretario della Quercia Sebastiano Petrarolo, il tavolo dell’Unione comincia a dare risultati, dotandosi innanzitutto di un metodo per arrivare alla definizione di programma e candidato sindaco. Oggetto della riunione di mercoledì (assente solo l’Udeur) è stata la discussione sull’apertura alle liste civiche, chiesta dalla Quercia, ma alla fine respinta, per il momento, da gran parte degli altri partecipanti. Una decisione che non interessa però Ambiente e Lavoro, alla quale gli altri partiti hanno riconosciuto una storia e un ruolo nel centro sinistra diversi e più radicati degli altri. «Non si tratta di una bocciatura della nostra proposta – ha precisato Petrarolo – ma solo della scelta di un metodo per arrivare a costruire una coalizione più solida nella quale realtà importanti e peraltro premiate dagli elettori come la Lista Saladini e Unione Democratica, entreranno a far parte in un secondo momento». Altro punto è stato poi l’avvio del lavoro delle tre commissioni istituite nell’ambito del tavolo (quella per il programma, quella per la scelta del candidato e quella preposta alla comunicazione), che dovranno lavorare secondo Petrarolo speditamente (il termine ultimo è il 28 febbraio) e coordinate da una cabina di regia composta dai segretari. I componenti sono stati indicati in numero uguale da tutte le forze del centro sinistra, fatta eccezione per la Margherita, che, ha spiegato il coordinatore Valentino Carluccio, «non ha ancora terminato la fase congressuale e non può quindi indicare una delegazione». Sempre Carluccio ha auspicato che l’Unione sia capace di gettarsi alle spalle gli errori del passato e di guardare all’appuntamento elettorale come un’opportunità per superare le divisioni. «Credo anche – ha aggiunto – che sia importante la decisione di mettere al centro i partiti senza che questo comporti una chiusura alle liste civiche». Più articolato invece l’intervento di Mario Dei Giudici, dei Verdi, che ha spiegato di aver accettato di sedersi al tavolo dell’Unione solo perché «i partiti più grandi, quelli che hanno le maggiori responsabilità della rottura della coalizione, hanno accettato di farsi carico di questa situazione». Dei Giudici spiega anche che lo stesso Sole che Ride ha poi presentato al tavolo cinque richieste definite ‘‘inevitabili’’, come la ricerca delle cause delle recenti divisioni, l’inserimento del programma di un esplicito no al carbone, un confronto sulla composizione delle liste, la calendarizzazione dei lavori del tavolo e la presentazione della squadra o di almeno parte di essa, prima delle elezioni. Punti tutti argomentati da Dei Giudici fino a scatenare la reazione del segretario del Prc Gino Lorenti Garcia (il quale senza troppi giri di parole ha invitatoUNIONE il coordinatore dei Verdi a non cercare visibilità in simili occasioni), dal quale nasce anche un battibecco con l’ex assessore Boncompagni. Lo stesso Garcia ha poi detto la sua sulle liste civiche, la cui presenza sarà ammessa, non appena l’Unione avrà riacquistato solidità. Sullo stesso argomento esplode però la reazione del segretario dei Repubblicani Europei Monteduro, che invece invita polemicamente gli ‘‘alleati’’ ad attenersi a quanto deciso al tavolo, cioé al no all’ingresso alle liste civiche. A fare appello alla necessità di recuperare l’unitarietà del centro sinistra è invece il socialista Mario Flamini, secondo il quale «la gente che ora si domanda come mai torniamo uniti oggi, deve semmai arrivare a domandarsi come mai non lo siamo stati ieri, deve insomma ritenere l’Unione tutta unita la casa del centro sinistra». Anche se con queste premesse, l’impresa al momento resta ardua.