Partiamo dalle origini: dapprima si chiamava Pci, e già aveva un senso, poi, dopo la caduta del muro di Berlino del 1989, Achille Occhetto, pensò di fondare una nuova corrente post-comunista a cui diede il nome
di Pds (Partito Democratico della Sinistra), con il placet di Bettino Craxi e del Psi, correva l’anno 1991.
La parola “democratico”, cominciava a fare il suo esordio, in un periodo non molto felice per la politica italiana, l’anno successivo (1992) scoppiò infatti Tangentopoli, con tutti i suoi risvolti più o meno importanti. La storia del Pds, durò fino al 1998, anno in cui la sinistra riformista, vinse le elezioni con D’Alema come segretario, che per ringraziare gli amici moderati di centro accorsi in suo aiuto, pensò bene, di far cambiare il nome al partito in Ds (Democratici di Sinistra). Questo fino ai giorni nostri e domani, semplice per acquisire più consensi, si elimina la voce “sinistra” e si fà un bel partito democratico il Pd, da una paccottiglia di partiti e partitini: Ds, Margherita, Italia di Mezzo, Liberal Socialisti, P. Dem. meridionale, Progetto Sardegna e gli Ecologisti per l’ Ulivo. A questo punto vorrei sapere qual è la novità e chi la rappresenta. I giovani radunati a Seiano, vicino Vico Equense, loro le idee le hanno chiare e sanno cosa significa essere di sinistra, talmente chiare da chiedere all’ uomo della provvidenza, il salvatore della sinistra, il buon Veltroni, trombato a suo tempo alla guida del Pds dallo stesso D’Alema, non di fare un partito riformista, ma un partito derattizzante.
Una cosa è certa, un’aggregazione di post-comunisti, cattolici, liberali, pseudo-socialisti, estremisti, moderati,atei, altro non fa che mettere ulteriore confusione nella testa degli elettori e mi domando, come possano coesistere, correnti di pensiero tanto diverse tra loro per ridare al paese la speranza e la fiducia perdute?
Silvio Leo
Italia dei Valori – Ladispoli

