Le vicende che hanno interessato di recente il Nuovo Mignone e l’intero servizio idrico cittadino, non potevano non scatenare reazioni, soprattutto da parte degli ex consiglieri della Margherita Aldo Gatti e Mario Fiorentini, che sull’argomento in più di un’occasione hanno alzato la voce e che oggi tornano a esternare dubbi e sospetti sulle recenti vicende.
Secondo Fiorentini in particolare l’attuale situazione del servizio idrico, altro non sarebbe se non il frutto di anni di cattiva amministrazione nel settore, che hanno determinato a loro volta enormi carenze strutturali del servizio, in attesa di un ingresso nell’Ato 2 mai avvenuto, ed emerse peraltro nell’approfondito dibattito svoltosi in Consiglio Comunale. In quella stessa occasione, prosegue Fiorentini, la massima assise si espresse in senso opposto rispetto all’iter avviato dal commissario Di Caprio e quindi contrario all’ingresso nell’Ato 2. Ed oggi, afferma l’ex consigliere «è importante mantenere una delle poche volontà che il Consiglio Comunale uscente, quasi all’unanimità aveva votato: la natura pubblica dell’acqua». Ancora più importante è, secondo Fiorentini, verificare «come mai, dopo anni di regolarità nelle analisi (il decreto che contiene i valori dei trialometani è del 2001) soltanto ora le analisi non vadano più bene. Viene da chiedersi – conclude – se, da ultimo, anche la gestione del Consorzio Mignone, tra l’altro di prossima scadenza, sia stata influenzata dalla vicinanza Acea, se la mancanza di una amministrazione possa aver indotto un certo lassismo sulla conduzione dell’impianto».
Ad avanzare più di un dubbio sulle recenti vicende legate all’acqua è però anche Aldo Gatti, che torna sulle irregolarità registrate dalla Guardia di Finanza presso i depuratori di Canale Monterano e Vejano. «Quest’ultimo in particolare – afferma Gatti – è gestito direttamente dall’Acea Ato 2. Questa è la prova che questa società, mentre in città veniva presentata come la soluzione a tutti i mali del nostro maltrattato servizio idrico, attraverso mancati controlli sui suoi impianti, quello di Vejano in primis, ha invece finito per inquinare le acque, riversando nel Mignone, enormi quantità di liquami che non sempre si riesce a depurare. Credo francamente che sia giunto il momento – prosegue l’ex consigliere – che la magistratura avvii controlli su queste situazioni che sono quanto meno incresciose e sulle quali è necessario che si faccia chiarezza per massima trasparenza nei confronti dei cittadini-utenti. Per la stessa ragione ritengo invece che sarebbe un grave danno per la città se l’attuale commissario, disattendendo le chiare indicazioni date dal Consiglio Comunale, cedesse alle pressioni dei soliti noti per il passaggio all’Ato 2. Lo stesso commissario, piuttosto – conclude Gatti – bene farebbe a denunciare alle forze dell’ordine tutte quelle irregolarità che sono sotto gli occhi di tutti».
Politica
22 Aprile 2013
''Quest’acqua inquinata odora di Ato''

