Lettere
22 Aprile 2013
Riflessioni di un imprenditore

Giuseppe Traini
Titolare dell’elettroimpianti Traini, ma soprattutto padre di famiglia

E’ difficile argomentare quanto avvenuto ieri mattina presso il cantiere di Torrevaldaliga Nord senza cadere nella retorica e nella demagogia, ma qualcosa dentro di me mi spinge a farlo.
La tragica morte di Michele COZZOLINO, che ho avuto la fortuna di avere, per un periodo di tempo alle mie dipendenze, e di cui ho potuto apprezzarne soprattutto le qualità umane, l’attaccamento alla famiglia, ed il suo innato senso del dovere, mi ha gettato in uno stato di profonda frustrazione anche e soprattutto per come essa è avvenuta; non si può, non si deve morire così a 30 anni, non è giusto.
Con la morte nel cuore, ieri pomeriggio presso l’aula Calamatta ho presenziato ad una riunione con altri colleghi titolari di ditte come la mia impegnate nel cantiere di Torrevaldaliga Nord, e rappresentanti dell’ Enel, rispondendo ad una convocazione del Sindaco.
Ciò che ho ascoltato, sia nei toni, che nei contenuti, in alcuni interventi imprenditoriali ed istituzionali, mi ha profondamente ferito, come imprenditore, come cittadino, ma soprattutto mi ha ferito come uomo; non si può e non si deve speculare sulla morte delle persone, mai ed in nessun modo.
Ritengo giusto analizzare quanto accaduto, capire come e dove si è sbagliato, soprattutto per evitare in futuro altri seri incidenti.
Ritengo giusto istruire un tavolo istituzionale dove affrontare, nei dovuti modi, la “vertenza Enel”, ma non adesso, non in questo momento, ora è il momento del dolore, della riflessione, della famiglia.
Mi aspettavo che i primo cittadino esortasse tutti noi ad essere vicini alla famiglia, alla moglie, ai figli di Michele; mi aspettavo che lui in primis si impegnasse istituzionalmente ad aiutare quella famiglia, che spronasse sia noi che l’Enel ad elaborare proposte concrete sul come aiutare la famiglia di Michele, la moglie di Michele, i figli di Michele.
Magari facendo proposte concrete su loro futuro, magari proponendo sistemazioni lavorative alla moglie, magari aiutando i figli nella scuola, magari proclamando una giornata di lutto cittadino, magari……. Siamo ancora in tempo facciamolo.
Questo almeno dobbiamo a Michele, alla moglie ed ai suoi figli, non abbandoniamoli, questo è quello che mi aspettavo di sentire, null’altro.