Politica
22 Aprile 2013
''Saladini ha tradito gli elettori''

di MARCO SETACCIOLI

«Saladini ha tradito il codice etico e mentito ai suoi stessi elettori». È un messaggio chiaro e durissimo quello lanciato dall’intero cartello della sinistra cittadina (Unione Democratica, Rifondazione, Ambiente e Lavoro e Comunisti Italiani) al capo dell’amministrazione comunale, i cui rappresentanti, riuniti al gran completo, questa mattina hanno ufficialmente voluto prendere le distanze «da questa coalizione che dice di essere di centro sinistra».
Oggetto principale delle pesantissime critiche mosse al primo cittadino sono gli incarichi ed in particolare quelli relativi allo staff del sindaco, troppo costosi per non dare nell’occhio. «Ricordano ancora tutti – ha detto a questo proposito il leader del raggruppamento, ora consigliere comunale Marco Piendibene – che in campagna elettorale ogni candidato sindaco, incluso Saladini, aveva chiaramente messo all’indice l’utilizzo di incarichi e prebende per scopi meramente politici, come aveva invece fatto De Sio. Ed oggi invece, nonostante gli accordi sottoscritti, ci ritroviamo con quegli stessi costi esorbitanti, che gravano ingiustificatamente sulle famiglie civitavecchiesi e che costituiscono peraltro l’unico fatto rilevante, anche se in negativo, di questi primi desolanti mesi di amministrazione. E noi – prosegue Piendibene – non possiamo certo accettare che sia questa l’immagine che si dà ai cittadini del centro sinistra, perché la “nostra” sinistra non ha mai ragionato in termini di poltrone, prebende o guadagni. E qui sta forse il perché alla fine quella parte del centro sinistra abbia scelto di non stare con noi: non si era solo in cerca di qualcuno che permettesse la vittoria, quanto di qualcuno che desse ben altre garanzie».
Altrettanto duro il commento di Marco Galice, secondo il quale il codice etico è stato «da questa maggioranza disatteso e sotterrato». Prova ne sarebbe, ad esempio, secondo il consigliere dell’Unione Democratica, la mancata discussione sulla questione dell’incompatibilità tra le cariche amministrative e quelle all’interno di società e consorzi comunali. Di questo si parlava nella proposta di delibera presentata in Consiglio il 21 giugno scorso, «sulla quale – racconta Galice – noi presentammo un emendamento che era ancora più restrittivo, ma che il Sindaco ci convinse a ritirare, promettendoci che entro la fine di settembre si sarebbe ricercato un ampio consenso per una risoluzione comune. Siamo a gennaio e ancora non abbiamo visto nulla». Altro “tradimento” del codice etico è, secondo il consigliere la mancata soppressione dei consorzi inutili, «come quello della Zona Industriale, per la quale pure abbiamo fatto una battaglia tutti insieme. Ma il vero scandalo è – prosegue – quello delle nomine dei membri dello staff, che già conta 3 segretarie, un portavoce, un capo staff, un capo di gabinetto ed ora anche un “capo della segreteria di giunta”, figura che non si è mai vista al Pincio e che percepisce 3.300 euro lordi mensili, in linea con i compensi degli altri componenti lo staff, ma circa il doppio di quelli elargiti dall’amministrazione di centro destra». Chiaro il riferimento, anche se mai esplicito, al segretario socialista Mario Flamini, «sul cui contratto – dice Galice – è riportata anche una clausola che ne sancisce la non revocabilità (poi rimossa su suggerimento del segretario generale, ndr), elemento che rende più che evidente il fatto che si tratta di una vera e propria “cambiale elettorale”». Il totale degli esborsi, secondo il consigliere, per i soli 7 elementi dello staff «sfiora i 280.000 euro annui, cifra sborsata per incarichi che in alcuni casi servono solo a tenere insieme questa maggioranza e che pure pagano tutti i cittadini. Un quadro a dir poco desolante – prosegue – perché se si procede su questa strada per ogni nuovo problema che sorgerà in maggioranza dovrà essere dato un incarico ad hoc e non può essere la città a pagare lo scotto di tutte queste beghe politiche». In ultimo c’è poi il mancato rispetto dell’accordo sui tagli alle consulenze esterne. «Un esempio su tutti? Per Piazza del Conservatorio l’assessore Tomassini intende chiedere un parere pro veritate, che costerà migliaia di euro, mentre l’ufficio Avvocatura del Pincio non è mai stato nemmeno consultato».
Polemico anche Gino De Paolis, secondo il quale è bene «rimarcare le distanze da questo modo di fare politica, perché la gente rischia di non capire e poi finisce per generalizzare, anche se noi ci teniamo a ribadire che siamo ben altra cosa». Più ironico l’intervento di Ivan Anastasi, dei Comunisti Italiani, che ha provocatoriamente proposto al sindaco di istituire la figura del “coordinatore degli usceri”, mentre la portavoce di Ambiente e Lavoro Gabriella Rossi ha ricordato anche il mancato rispetto dell’accordo sottoscritto da tutti i candidati sindaco davanti alla Cisl Funzione Pubblica, «che impegnava il nuovo sindaco a privilegiare per le nomine le professionalità alla mera appartenenza politica, l’utilizzo di personale interno al Pincio e la valorizzazione delle risorse umane già presenti nell’amministrazione».
Tra i vari interventi Marco Piendibene ha anche voluto ricordare come la modifica della pianta organica sia stata accompagnata da una crescita dei compensi per i dirigenti, passati da 38.000 a 53.000 euro, ed ha annunciato nuove iniziative per pungolare l’amministrazione affinché rispetti il volere del Consiglio Comunale, mantenendo pubblica la gestione dell’acqua, «fermo restando che – ha avvertito – nessuno può pensare di utilizzare l’opposizione come scusa per poi creare una nuova società che abbia il solo scopo di “imbucare” amici e amici degli amici, perpetrando quindi logiche clientelari».