Sport
22 Aprile 2013
Vespignani: "Fuori la grinta o addio speranze" 

Doveva essere la partita della svolta. A Guidonia bisognava centrare il bis, ripetere la vittoria con il Ferentino (e quella dell’andata), ed invece la Civitavecchiese è uscita sconfitta sfoderando una delle peggiori prove stagionali. Una prestazione negativa non solo sul piano del gioco, ma soprattutto perché la squadra ha giocato senza quella grinta, che dovrebbe essere un tratto distintivo di una squadra che lotta per la salvezza. Un atteggiamento che ha notato anche il presidente Vespignani, che ‘‘pungolato’’ ha lanciato chiari messaggi al gruppo.

Come si può spiegare l’atteggiamento della squadra in una partita così importante?
«Sinceramente… non me lo spiego. Se vogliamo salvari non possiamo certo permetterci di scendere in campo senza la giusta cattiveria agonistica, la grinta, il mordente, la voglia di vincere che di fatto sono le uniche armi che abbiamo a disposizione per centrare il nostro obiettivo».
Rispetto Ferentino un brusco passo indietro.
«Non ho visto quella partita, ma conosco la mia squadra e l’ho trovata irriconoscibile a Guidonia e proprio per la fiducia e la stima che nutro verso i ragazzi sono arrivato a pensare che forse eravamo troppo ‘‘carichi’’.
La sconfitta col Guidonia ha fatto perdere alla Civitavecchiese l’ultimo treno-salvezza?
«Mancano sedici partite alla fine del campionato e dobbiamo recuperare cinque punti per raggiungere i play out: l’impresa è obiettivamente difficile, ma non certo impossibile a patto che si scende in campo con la consapevolezza che ognuna di queste sedici partite ha il valore di un finale da giocare al massimo delle nostre possibilità e non certo con lo spirito di Guidonia».
A proposito di Spirito… ha condiviso la scelta del mister di lasciare negli spogliatoio alla fine del primo tempo il vostro giocatore più importante, oltre a Poggi, che è notoriamente un suo ‘‘pupillo’’.
«Dario e Valerio sono giocatori importantissimi ed anche molto carismatici, oltre che bravi, ma non voglio entrare nelle questioni tecniche».
Lei avrebbe fatto quelle sostituzioni?
«No comment» .
Anche il mister è sotto accusa?
«No, assolutamente. Ha la sua piena autonomia nelle scelte, che io le condivida o meno, ma gli chiederò di ricompattare il gruppo perché per restare in D dobbiamo crederci tutti e fino in fondo, mettendo in campo cuore ed anima».
Ma non è detto che basterà per realizzare quella che al momento ha tutte le caratteristiche dell’impresa.

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