di MASSIMILIANO MAGRI’
Terme, carbone e contraddizioni sul turismo. Il direttore di Aquafelix Franco Farina torna a lanciare un sasso nello stagno dello sviluppo. Nei giorni scorsi, Farina è stato inserito nella Giunta Esecutiva dei parchi acquatici dell’Associazione Nazionale degli Esercenti Spettacoli Viaggianti e Parchi, uno dei due maggiori soggetti rappresentativi degli impianti acquatici italiani, da Mirabilandia e Italia in Miniatura fino proprio ad Aquafelix. Si tratta di un incarico di prestigio, a riconoscimento della professionalità e dell’autorevolezza dell’imprenditore locale, che ha accettato con molto entusiasmo la proposta del presidente dell’Ansev, commendator Gianni Da Ronche: «Sono onorato di questa scelta – dichiara Farina – che dimostra la bontà del lavoro svolto con Aquafelix. Evidentemente i maggiori operatori di questo ambito del settore turistico hanno visto in Civitavecchia grandi potenzialità, che esistono e possono concretizzarsi, a patto che si verifichino determinate condizioni, a partire dalla realizzazione delle terme». Il termalismo è ancora una scommessa valida?
«Indubbiamente. In Italia, i poli termali che hanno saputo evolversi verso fitness e beauty costituiscono delle realtà vitali dal punto di vista economico e le acque di Civitavecchia hanno delle proprietà spendibilissime in questa direzione. E’ però necessario sbloccare la situazione, dopo l’asta sui terreni circostanti l’impianto termale, l’albergo ed il parco termale. Si potrà dire che è stato un grande affare per chi ha comprato solo se e quando partiranno le terme, che insieme al porto possono essere il motore di tutta l’economia turistica del territorio ed in particolare l’elemento valorizzatore di quell’area, in cui altrimenti gli investimenti saranno messi in stand-by, proprio a partire da Aquafelix, dove abbiamo sospeso l’impegno per nuovi scivoli. Il futuro è nell’integrazione con il fitness e con il futuro parco termale». Resta comunque la contraddizione, almeno apparente, terme-turismo-carbone… «E’ una contraddizione sostanziale: come si può attrarre flussi turistici all’ombra di una centrale a carbone? Si tratta di una ipoteca posta su tutto lo sviluppo economico del territorio. E con quali garanzie che nel prossimo futuro non sarà più così? Nessuna, visto che gli impegni realmente sottoscritti con l’Enel sono sconosciuti ai più. Credo che questo debba essere uno dei principali impegni dei candidati a sindaco: ci dicano come vogliono risolvere la dicotomia fra turismo e produzione industriale. Imprese e cittadini si regoleranno di conseguenza, ma basta con le ipocrisie. Se si vuole parlare di turismo, lo si faccia con cognizione di causa risolvendo le contraddizioni a monte».

