di MARCO SETACCIOLI
Un governo di salute pubblica capace di mettere inisieme centro destra e sinistra, attorno ad un unico progetto amministrativo (dunque non politico) che miri ad intercettare e risolvere i bisogni dei cittadini. è questo l'ambizioso obiettivo al quale sta lavorando Gianni De Paolis, che nella giornata di oggi è stato protagonista di una intensa serie di incontri e colloqui a tutto campo, che non hanno risparmiato nemeno esponenti del cartello nato sostegno di Marco Piendibene. «Un progetto possibile – secondo il candidato sindaco – anche se con pochi precedenti, che testimonierebbe che non siamo attaccati alle poltrone o al potere, ma solo alla capacità concreta di risolvere i problemi di sempre della città ». Una novità questa che, pur se di difficile attuazione, potrebbe essere l'unica via per riaprire di fatto la partita elettorale, per ora palesemente sbilanciata in favore di Gino Saladini.
Proprio Saladini, nel corso della riunione di ieri sera, svoltasi nella sede elettorale di via Calisse, ha avuto mandato dai rappresentanti dei partiti che lo sostengono di portare avanti l'indirizzo annunciato nei giorni scorsi. In altre parole è stata sposata la linea del no a qualunque proposta di apprentamento, ferma restando l'opportunità di vagliare eventuali accordi politici. L'alleato più probabile del centro sinistra, è per ora, come da più parti si vocifera, Gino Vinaccia, che con il suo polo di centro ha raccolto poco più del 5% dei voti. Trattandosi di un accordo politico e non di un vero e proprio apparentamento, Vinaccia nelle intenzioni soprattutto dei Ds, non sarebbe ammesso all'interno della coalizione, ma gli sarebbe comunque garantita la carica di presidente del Consiglio Comunale. Contro questa ipotesi sarebbe però già emerso il parere negativo di diversi partiti e soprattutto della Margherita. I dubbi espressi da alcuni esponenti riguarderebbero infatti l'opportunità di assumere una decisione di segreteria ed esautorare di fatto il Consiglio Comunale (al quale invece la legge assegna il diritto di scegliere autonomamente proprio presidente) e soprattutto il neoconsigliere Mauro Guerrini, che in qualità di primo degli eletti, dovrà presiedere la prima assemblea e che qualcuno, soprattutto nella Margherita, suo partito di appartenenza, già vede bene alla presidenza della massima assise cittadina.
Ancora da definire invece il ruolo dei vari partiti della sinistra, che sempre ieri si sono riuniti ciascuno con il proprio direttivo per decidere il da farsi. Sereno il clima dell'Unione Democratica, come confermato dallo stesso Marco Piendibene, che ha parlato di «un'atmosfera distesa, in cui il desiderio di dare un seguito all'esperienza amministrativa ha prevalso sul rammarico per aver mancato l'obiettivo del ballottaggio». Proprio sulla differenza minima (pari ad appena 400 voti), che non hanno permesso l'accesso al secondo turno, diversi esponenti della lista hanno però storto la bocca, sottolineando l'enorme mole di voti disgiunti provenienti da Rifondazione Comunista ed anche da Ambiente e Lavoro con particolare riferimento a Vittorio Petrelli. Quest'ultima vicenda è stata peraltro all'ordine del giorno della verifica interna svolta anche dalla lista civica di via Buonarroti, la cui portavoce Gabriella Rossi ha comunque minimizzato, dicendosi dispiaciuta piuttosto del calo subito dalla lista che si aspettava di raggiungere il 3% e sottolineando come «Vittorio Petrelli attinga da un bacino di voti non vicini a Marco Piendibene». Stasera invece sarà la volta dell’analisi del voto di Rifondazione, i cui risultati erano attesi in vista dell'ormai prossima riunione di cartello, che sarà chiamata a decidere sul futuro della coalizione, inclusa la sua collocazione per il turno di ballottaggio.

