Trent’anni fa al Midas prendeva il via una straordinaria stagione politica e culturale: il vecchio Partito Socialista abbandonava definitivamente l’angusto sentiero demartiniano per iniziare una nuova strategia che avrebbe rappresentato un percorso di avanguardia nel contesto del socialismo europeo ed internazionale.
Bettino Craxi era il condottiero di quella nave costruita con legno antico e pregiato, che, anche grazie ad un equipaggio giovane, dinamico e di valore, era pronta a percorrere a vele spiegate le rotte del futuro.
Seguirono anni irripetibili: i socialisti italiani divennero protagonisti della politica, guidando il Governo migliore della storia della repubblica e, soprattutto, proponendo temi ed idee che innovarono profondamente il dibattito politico, culturale e dogmatico. Molti colleghi laburisti inglesi mi ricordano spesso che diverse idee portanti del New Labour britannico, oggi unanimemente salutato come il reparto avanzato del socialismo mondiale, traggono spunto proprio dalle intuizioni che i socialisti italiani seppero lanciare nel corso degli anni Ottanta.
Temi come la uguaglianza delle opportunita’ di partenza, l’alleanza riformista tra il merito ed il bisogno, la lotta all’assistenzialismo pur nel contesto di un approccio solidale della societa’, la competitivita’ interna ed internazionale, il sogno di una grande Europa ed un ritrovato orgoglio nazionale (Garibaldi), una nuova architettura costituzionale incentrata sulla valorizzazione delle istanze locali: su questi caposaldi il PSI costrui’ una piattaforma culturale che, proprio perche’ basata su un grande pragmatismo, e’ ancora attuale e sempre rinnovabile.
Io, che sono il parlamentare piu’ giovane di tutta Europa e rappresento con grande fierezza il Partito piu’ antico di tutta Europa, credo che valga davvero la pena battersi per (ri)creare anche in Italia cio’ che nel resto del continente esiste ovunque :un Partito socialista.
Ne’ la Rosa nel Pugno, poco riconducibile alla identita’ socialista , ne’ tantomeno il Partito Democratico, contenitore magmatico dall’incerto riferimento sovranazionale rappresentano soluzioni accettabili: milioni di Italiani ci chiedono di riprendere il percorso da dove si era interrotto, lasciando alle spalle le divisioni dell’ultimo decennio, che vanno tutte considerate con rispetto. Ma il futuro e’ un’altra storia.
Ho quasi 29 anni, non ero ancora nato ai tempi del Midas, non ho pertanto assistito a quella fase entusiasmante e poi convulsa. Sono entrato nel Partito nel 1993, quando la nave affondava . Ma sono ottimista sul futuro e credo che il partito dei miei nonni debba anche essere il partito dei miei figli: ne vale una Italia migliore, piu’ libera e piu’giusta.
Dopo l’estate si aprira’ una fase nuova: abbiamo tutti, in primis i dirigenti, e soprattutto i giovani, la responsabilita’ di gettare il cuore oltre l’ostacolo e lanciare un nuovo grande progetto per la rinascita del Partito Socialista Italiano. Il cantiere e’aperto.
Alessandro Battilocchio
Capogruppo del Nuovo Psi al Parlamento Europeo


