Cultura e Spettacoli
20 Maggio 2013
Quartullo: Non sapevo di aver rinunciato al Traiano

Stupito, ma non più di tanto. Pino Quartullo si aspettava, in fondo, di dover lasciare il Traiano ma che non credeva che la sua dipartita, come l'ha scherzosamente chiamata l'attore-regista, sarebbe stata annunciata dal palco di quello stesso teatro che per anni ha diretto da un Sindaco che finora gli aveva espresso parole d'apprezzamento e che l'avrebbe appresa dai giornali.

E così non poteva non arrivare la versione dei fatti del popolare Pino. «Pur essendo in attesa, da settimane, di un incontro chiarificatore con il nuovo sindaco per chiarire il mio ruolo e quello che il Teatro Traiano avrebbe dovuto avere in futuro (teatro di produzione? fondazione? quali criteri di selezione adottare nei confronti delle compagnie, ecc..), ho appreso dai giornali che ho spontaneamente rinunciato al mio incarico. Nei due fugaci incontri avuti nei mesi scorsi con il sindaco, durante i quali prima ho appreso che il cartellone da me proposto era di suo gradimento e poi che il rappresentante dell'ATCL, Alessandro Berdini, ha riconfermato il contributo annuale all'attività  del Traiano, avevo espresso mie perplessità  ed incertezze riguardo la futura gestione del teatro, ma per mancanza di tempo del sindaco, abbiamo rimandato ad un incontro tra noi, durante il quale avremmo dovuto approfondire cosa e come far crescere la struttura teatrale cittadina. Lui stesso mi esortava a temporeggiare, prima di prendere decisioni, sia in positivo che in negativo. Ma quell'incontro non è mai avvenuto».

Fin qui la storia della dipartita. Poi quella delle perplessità . «Per alcuni mesi ho continuato a sentire e leggere annunci di eventi culturali non meglio identificati e, parallelamente, frasi sparse, ambigue, gratificanti, talvolta critiche nei confronti del mio operato, spesso non prive di contraddizioni, che sinceramente, visto l'impegno profuso in questi anni, mi sono sembrate ingenerose. Durante la campagna elettorale un'idea me la ero fatta (leggevo titoli sui giornali locali per riempire il vuoto culturale di questi anni verrà '¦, oppure il Traiano è una Ferrari, non si può guidare come una '˜500) e prontamente avevo riconsegnato le chiavi del teatro, con la mia proposta di cartellone per la prossima stagione teatrale. Ed ero sicuro che sarebbe venuto qualcun altro al mio posto. Nei mesi di campagna elettorale la città  pullulava di persone che asserivano che sarebbero diventati assessore alla cultura, altri scalpitanti si autoinsignivano del ruolo di direttore artistico: di associazioni, di scuole delle arti, di concorsi di bellezza. La città , da alcuni anni, è gremita di registi, insegnanti di recitazione, di funzionari che fanno cartelloni'¦ ma poi, a ballottaggio effettuato, a sorpresa, ricevetti la proposta del nuovo sindaco (che nel frattempo era diventato lui solo assessore alla cultura) di continuare a lavorare come direttore artistico del Traiano, e che la mia proposta di cartellone era piaciuta».

Quindi il caso Cerami. «Il Direttore artistico della Città , appena arrivato, ha rilasciato interviste, criticando il mio operato (a mio parere senza neanche essersi documentato granchà© su cosa io abbia realizzato in questi anni). E allora mi si sono di nuovo confuse le idee. E chi lo dirige '˜sto traffico di direttori artistici? E ho chiesto di parlarne. Ma evidentemente non ce ne è più bisogno. Forse è giusto cambiare e provare altre strade. Nuove persone, altre energie, nuove idee. Facciamola correre questa Ferrari, allora».