Lettere
20 Maggio 2013
Sono i numeri che contano

Mi pare doveroso osservare come sia senza dubbio vero che la Sinistra Giovanile ha in passato preso parte all'occupazione dell'Aula Consigliare, come osserva B. Bor. ; tuttavia, se usciamo dal campo della banalizzazione e proviamo ad entrare in quello della politica, si deve rilevare come la precedente occupazione dell'Aula Consigliare è stata il culmine di una lunga battaglia popolare, sospinta, condivisa ed attuata da centinaia di civitavecchiesi; tant'è che l'occupazione in quel caso assunse chiaramente i caratteri di una assemblea pubblica permanente, con dibattiti, incontri e discussioni. L 'occupazione di questi giorni ha invece coinvolto e riguardato solo i rappresentanti istituzionali delle opposizioni e pochissimi altri e ciò è un fatto oggettivo: gli occupanti si contavano sulle dita di due mani, per tanto se ne potrebbe concludere che i cittadini hanno vissuto con disinteresse la vicenda di cui trattiamo e ciò getta un'ombra di dubbio circa la legittimità  politica e morale dell'iniziativa di lotta in questione; non solo: essendo stati studenti ed avendo organizzato in passato occupazioni ed autogestioni i ragazzi della Sg sanno che quando ci si appropria di uno spazio istituzionale si ha il dovere di produrre continue occasioni di approfondimento e dibattito, si debbono incontrare direttamente le persone per condividere un'esperienza di protesta affinchà© questa diventi momento di elaborazione e proposta e ciò proprio perchà© si è consapevolmente preso uno spazio di tutti. Non mi pare proprio che sia stata percepita questa istanza dagli occupanti, pur essendo questa parte dell' A B C della politica. Quindi non solo l'Occupazione dell' Aula Pucci è stata di fatto un'operazione autoreferenziale o che non ha avuto i civitavecchiesi come referenti diretti il chà© è lo stesso, ma è stata tale per responsabilità  di chi l'organizzata in quanto non ha neanche provato a condividerla con la gente, preferendo evidentemente la pratica della nobile arte del tressette col morto.

Inoltre, entrando nel dettaglio delle altre critiche mosse da B. Bor. , si deve dire che discutere di portualità  ci preme molto; sono anni che ce ne interessiamo ed abbiamo in tal senso le opinioni che abbiamo rese pubbliche in diverse occasioni e dunque non le ripetiamo, non essendo queste mutate. Ci pare d'altro canto chiaro che se si vuole discutere seriamente e fattivamente di porto lo si deve fare evidentemente con chi ha la responsabilità , la titolarità  di intervenire concretamente in questa materia: quindi le istituzioni superiori, quali la Regione, il Governo, la Provincia e quant'altro. Altrimenti si rischia di parlarsi addosso e restare estasiati dal solo suono della propria voce ma nulla più di questo. Se si concorda su questa premessa guardiamo ai fatti: chi ha voluto coinvolgere fattivamente gli interlocutori istituzionali appropriati, così da produrre per tutti una vera occasione di confronto fruttuoso e fecondo, è stato il Presidente Cerasa; altri hanno preferito evitare il vero confronto e spostare l'attenzione « con i risultati di partecipazione di cui si è detto « su questioni maggiormente attinenti alla forma e prassi. Mi pare dunque, alla luce delle osservazioni precedenti, che le parti in commedia risultino invertite: sono le opposizioni che non hanno mostrato vero interesse ad una discussione di sostanza sulla portualità  a Civitavecchia.



Valerio Mori, Sinistra Giovanile



Dunque, se sono i rappresentanti istituzionali a protestare, e se sono dodici invece di venti, essi vanno trattati con minore rispetto. Prendiamo atto del punto di vista di Valerio Mori sul quale è superfluo aggiungere commenti.


Barbara Bordicchia