Sanità
4 Dicembre 2013
Aids, adolescenti a rischio

Sono gli adolescenti attorno ai 12 anni i più esposti oggi al rischio di contagio dell’Aids. È questo il dato più preoccupante emerso dal convegno che si è tenuto  alla Camera dei Deputati organizzato dall’Osservatorio Sanità e Salute. “Il rischio è legato – come ha osservato il professor Fabrizio Oleari, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – al notevole abbassamento dell’età media del primo rapporto sessuale nonché ad un inconsapevole avvicinamento alla sessualità”.
Da ciò l’esigenza di non abbassare la guardia anche se il dato generale è quanto mai confortante. Fino a venti anni fa, il  90 % dei contagiati non sopravvivevano all’infezione. Oggi la percentuale è positivamente crollata al 2%. Questi incoraggianti dati sono stati conseguiti grazie alla crescente prevenzione e consapevolezza del rischio del contagio, alla somministrazione di medicinali sempre più efficaci nonché ad un’attenzione sempre crescente da parte di istituzioni e comunità scientifiche internazionali a questa piaga sociale che, ha prodotto, dalla sua scoperta ad oggi circa 80 milioni di infettati e 40 milioni di decessi accertati. Oggi, grazie all’uso mirato di farmaci di ultima generazione, il rischio di morte è notevolmente ridotto.
I contagiati vanno sempre più definendosi facendo registrare un preoccupante innalzamento soprattutto nelle donne che contraggono l’infezione dai partner abituali. “Il fenomeno è riconducibile al moltiplicarsi di rapporti occasionali e non è un caso – come ha spiegato il professor Vella –  che l’epidemia sta dilagando proprio nell’est Europa da dove provengono tante ragazze poi avviate alla prostituzione in Italia. In questa situazione è stata richiamata l’attenzione sul fatto che nel nostro paese non sia reso obbligatorio, per le donne in gravidanza, il test dell’HIV”.
La strada da percorre quindi è quella della prevenzione in un contesto in cui  ben il 55% dei nuovi pazienti arrivano tardi alla diagnosi.
“Occorre proseguire – ha detto il dottor Vella, Direttore del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità – nell’attuazione del modello di “salute globale” adottato nella lotta all’Aids attraverso il coinvolgimento di comunità scientifiche, case farmaceutiche, istituzioni, Vaticano ed organizzazioni internazionali”.
“In questa prospettiva sarà fondamentale – ha sottolineato il senatore Cursi, Presidente dell’Osservatorio Sanità e Salute – l’impegno del nostro governo in occasione del prossimo semestre di presidenza italiana dell’Unione europea. Confermando un ruolo da protagonista dell’Italia nella definizione di una più ampia attenzione dell’Europa ai problemi della prevenzione e della salute dei cittadini”.