CIVITAVECCHIA – “Tra le varie schermaglie preelettorali sono ancora scarsi programmi e progetti. Si punta più ad individuare i candidati che ad elaborare documenti chiari. La situazione della città, ed ovviamente del Paese, è al collasso: pressione fiscale salita al 44,3%, record assoluto nella storia del Paese, disoccupazione giovanile al 41,6% (a Civitavecchia forse peggio), i consumi sono piombati a quelli del 2000 e gli investimenti pubblici ai livelli del 2003. In una situazione di deflazione soffrono in particolar modo le imprese del terziario; negozi storici, che facevano parte del vissuto di Civitavecchia, stanno chiudendo, molti negozi sono in affitto da mesi; pochi elementi come una vetrina spenta, una serranda abbassata in orario di lavoro, un negozio abbandonato all’obsolescenza minano l’effetto città, cioè il pullulare di gente che lavora, acquista e che costituisce il tessuto connettivo sociale della città.
Al mercato la situazione è tragica dal punto di vista economico, urbanistico; la crisi che sta vivendo il mercato si è allargata a tutti i negozi di vicinato. Molto spesso in questa città solo la serranda alzata di un negozio ha garantito servizi alla qualità urbana. Dalla politica serve pertanto più coraggio (non solo nel periodo elettorale) verso questo settore, e interpretare nel modo migliore esigenze, bisogni di queste imprese,in un territorio dove spesso l’attenzione invece è stata rivolta a settori secondari o bolliti. Programmi concreti, stategie, progetti, finalmente frutto di una politica capace, consapevole e fino ad oggi assai titubante se non assente su commercio e turismo. Sarebbe altresì necessario che tutti i candidati che tra un po’ torneranno ad affollare il mercato, facciano sentir la propria voce, sulla impossibilità di nuove aperture di centri commerciali o grande distribuzione, particolarmente in una situazione economica tragica come l’attuale; e che venisse lanciato un appello alle banche, che stanno ibernando il credito nei confronti di imprese e famiglie, per rafforzare la relazione di prossimità con il territorio. In una situazione come l’attuale, senza credito, piccole e medie imprese rischiano il completo default”.
Tullio Nunzi
Lettere
15 Gennaio 2014
Nunzi: "Commercio, servono programmi"


