VITERBO – Un danno alle casse dello Stato per oltre 4,7 milioni di euro è quanto accertato dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Civita Castellana, coordinati dal Comando Provinciale di Viterbo, al termine di una complessa attività di servizio in materia di tutela della spesa pubblica locale. L’indagine, partita nel giugno 2011, è giunta a conclusione oggi con la scoperta del danno erariale dopo che Procura regionale della Corte dei Conti aveva disposto accertamenti tesi a verificare la gestione della società “Bracciano Ambiente S.p.a.”, interamente partecipata dal Comune di Bracciano e amministratrice della discarica di Cupinoro situata proprio a Bracciano. Nell’impianto hanno conferito fino al 31 gennaio rifiuti solidi urbani numerosi enti locali della provincia di Roma. A seguito dell’indagine delle fiamme gialle sono venute alla luce specifiche irregolarità commesse, secondo l’accusa, da 169 persone e 19 enti locali che sarebbero coinvolti nella vicenda a vario titolo. Si parla di mancato pagamento di interessi moratori da parte degli enti conferenti rsu presso la discarica di Cupinoro; ma anche di un rilevante debito accumulato dal Comune di Bracciano nei confronti della partecipata Bracciano Ambiente spa, costituita “in house”. Proprio il Comune di Bracciano, proprio in ragione della sua partecipazione totalitaria nella ‘’Bracciano Ambiente spa’’ ne ometteva anche il “controllo analogo”. Nel mirino della Finanza anche le spese per cessioni di crediti ad istituti bancari e/o finanziari sostenute dalla ‘’Bracciano Ambiente spa’’ per sopperire ad esigenze di liquidità causate dai ritardi nei pagamenti da parte degli enti locali conferenti i rifiuti presso la discarica di Cupinoro. Tra coloro che si sono visti notificare gli atti di messa in mora per il pregiudizio patrimoniale arrecato figurano 37 persone, tra sindaci e commissari prefettizi, avvicendatisi nel periodo 2008-2012, nei Comuni di Anguillara Sabazia, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, Cerveteri, Fiano Romano, Formello, Ladispoli, Magliano Romano, Manziana, Mazzano Romano, Morlupo, Riano, Rignano Flaminio, Sacrofano, Santa Marinella, Trevignano Romano e l’Unione dei Comuni Valle del Tevere di Soratte. Recentemente, la Bracciano Ambiente spa è stata oggetto di attenzione mediatica per i fatti connessi alla chiusura della discarica di Malagrotta ed il trasferimento di rifiuti provenienti da Roma capitale proprio a Cupinoro, sebbene la volumetria di quest’ultima fosse in fase di saturazione. La vicenda, come si ricorderà, era sorta in seguito alla situazione di grave criticità nella gestione dei rifiuti urbani nel territorio della provincia di Roma, per il cui superamento è stato disposto l’utilizzo fino al 31 dicembre 2013 dello spazio di conferimento disponibile presso la discarica di Cupinoro, nel limite della volumetria massima di 20mila tonnellate per lo smaltimento dei rifiuti urbani trattati provenienti dai comuni di Roma Capitale, Fiumicino, Ciampino e Stato Città del Vaticano”, prontamente messi al bando e requisiti alla società. Contro la disponibilità data dalla Bracciano Ambiente al recepimento dei rifiuti della Capitale sono insorte la cittadinanza locale e le associazioni ambientaliste, ulteriormente allarmate dalla successiva conoscenza di uno studio di fattibilità che faceva sospettare la volontà di ampliare la discarica di Cupinoro fino a 4.800.000 tonnellate, trasformando, di fatto, il sito in una nuova Malagrotta. Ipotesi più volte sconfessata dalla Bracciano Ambiente. Oggi, come noto, la discarica di Cupinoro non riceve più rifiuti, parte dei quali vengono sversati nella provincia di Viterbo. La vicenda è destinata ad avere un seguito. “Le indagini stanno proseguendo”, ha assicurato il comandante della Guardia di finanza di Viterbo, colonnello Alfonso Amaturo. “Le 169 persone coinvolte nell’indagine – dice Amaturo – sono state segnalate alla Procura per danno erariale”. Fanno tutte riferimento ad enti locali della provincia di Roma. Oltre ai 37 tra sindaci e commissari prefettizi che si sono avvicendati tra il 2008 e il 2012, ci sono anche “funzionari, segretari, insomma tutto ci che circola intorno ai Comuni e che abbiamo ritenuto a vario titolo corresponsabili dei mancati introiti”. Ai comuni coinvolti sono stati notificati gli atti di messa in mora proprio per il pregiudizio patrimoniale arrecato. “Se a questo farà seguito anche una denuncia penale – continua il colonnello Amaturo – è ancora da definire. Intanto ad ognuno di loro abbiamo notificato quanto devono risarcire allo Stato e in quali modalità”. Se non lo faranno nei tempi stabiliti – si tratta di un arco temporale che varia dai 2 ai 4 mesi – scatteranno i sequestri. “La messa in mora – commenta il comandante delle fiamme gialle viterbesi – è una procedura veloce: o pagano, o scattano i provvedimenti cautelari su beni e conti correnti”. Se l’operazione avrà conseguenze sulla gestione del ciclo dei rifiuti è presto per dirlo. Ora che la discarica di Cupinoro è chiusa, alcuni Comuni stanno sversando negli impianti di Viterbo: sia in quello di preselezione e trattamento, sia alla discarica di Monterazzano, entrambi gestiti dalla Ecologia Viterbo. (a.r.)


