CIVITAVECCHIA – Il tumore mammario è il più frequente tumore diagnosticato nelle donne: il 29% di tutti i tumori diagnosticati ed è ancora la prima causa di morte. Proprio per questi numeri così alti il professor Giuseppe Tagliaferri, responsabile della UOC di Radiologia del San Paolo di Civitavecchia da anni accanto all’Andos nella lotta contro i tumori al seno, parla della patologia e dei modi per prevenirla.
«In Italia si stimano 38 mila nuovi casi l’anno di donne a cui viene diagnosticata questa patologia con 11 mila decessi; anche nel solo Lazio i numeri restano elevati: i nuovi casi annui sono 4.200 con 750 decessi». Il professor Tagliaferri poi spiega che i «Fattori di rischio che predispongono la donna a contrarre la malattia sono (a parte alcuni su base genetica) la presenza di familiari già affetti da tumore mammario, un menarca precoce e una menopausa tardiva o l’appartenenza alla razza caucasica; altri fattori sono invece correlati a patologie acquisite (squilibri ormonali), l’alimentazione o lo stile di vita, come l’assenza di gravidanze (o nulliparità) o la prima gravidanza tardiva, o ancora l’uso (e, ancor di più, l’abuso) di ormoni». Tagliaferri poi evidenzia che comunque «Il fattore predisponente più importante è l’età: studi internazionali su ampia casistica hanno, infatti, dimostrato come dai 60 casi su 100 mila persone osservati su donne di fascia d’età compresa tra 30 e 39 anni e si arriva a 210 casi nella fascia tra 40 e 49 anni, per poi assestarsi nelle fasce d’età più avanzate su un plateau di 340 casi». Il test diagnostico più potente e fruibile sul territorio secondo Tagliaferri «E’ la mammografia che prevede l’esecuzione di un esame veloce, poco invasivo, sensibile e gratuito per tutte le donne italiane di età compresa tra i 50 e i 69 anni, da eseguirsi ogni 2 anni». Oltre alla mammografia c’è l’ecografia che «E’ – prosegue Tagliaferri – il secondo esame per la diagnostica senologica ed è l’esame di prima istanza per le donne giovani fino ai 35/38 anni. Dopo tale età non può essere utilizzato come esame di screening, ma solo per integrare e definire l’ipotesi diagnostica mammografica». Diagnosticare un tumore mammario in fase precoce è oggi possibile: «Da quando la prima cellula degenera a quando il tumore diventa clinicamente apprezzabile decorre un periodo variabile tra i 5 e gli 8 anni – conclude Tagliaferri – si raccomanda, quindi, di sottoporsi a visite periodiche e di praticare (di tanto in tanto) la tecnica dell’autopalpazione, nonché di aderire al programma di screening per poter eventualmente aggredire la malattia in fase ancora precoce, migliorando sensibilmente la qualità e prolungando l’aspettativa di vita delle donne colpite».
Rom. Mos.
Sanità
22 Aprile 2014
Tumori al seno: Tagliaferri punta sulla prevenzione


