Bocciato il piano aziendale della Asl RmF
Sanità
15 Ottobre 2014
Bocciato il piano aziendale della Asl RmF

CIVITAVECCHIA – Bocciato dai sindaci del territorio il piano aziendale presentato dal direttore generale della Asl RmF Giuseppe Quintavalle. La prima conferenza locale per la sanità convocata dal sindaco del comune capofila, Antonio Cozzolino, ha visto infatti insorgere i rappresentanti dei comuni della RmF contro un piano aziendale che non rispecchierebbe affatto le esigenze di un territorio che conta già problemi in termini di servizi e risorse economiche, e che invece, di fatto, confermerebbe un ulteriore declassamento della sanità locale. Perché non bastano i 27 posti letto in più al San Paolo per un’unica area chirurgica (tra chirurgia generale, ortopedia), 2 a terapia intensiva e 4 all’Spdc, se non ci sono poi potenziamenti a livello di personale, o se si riducono a 30 i posti letto a Bracciano, che non è chiaro che tipo di struttura andrà a diventare. E sono tante le criticità e le carenze, sottolineate anche dal consigliere comunale di Civitavecchia Fulvio Floccari. Se da un lato si parla di hospice, dall’altro si ha un ospedale privo di un’Uoc di Oncologia, con un pronto soccorso inadeguato (13 medici di cui solo 7 in regolare turnazione) e senza progettualità futura anche in vista della possibile ospitalità di altri immigrati. Senza parlare della pediatria declassata, di una chirurgia vascolare senza garanzie, di un servizio trasfusionale diventato un’articolazione del San Filippo Neri. Con i sindaci dei comuni dei distretti F4 e F3 che hanno rimesso in discussione anche la zonizzazione della Asl, sentendosi ovviamente più vicini a Roma che a Civitavecchia. Tutti motivi per i quali il piano è stato bocciato, con la conferenza rimasta aperta ed aggiornata ai primi di novembre; nel frattempo si andranno a recepire le diverse istanze per tentare di modificare la situazione. È vero che il parere non è vincolante, ma obbligatorio e comunque l’unanimità testimonia un grande malessere. «Non è un no contro la dirigenza aziendale – hanno spiegato gli amministratori – ma un chiaro messaggio che intendiamo mandare alla Regione Lazio».