BRACCIANO – Si cercano i complici dei nove dei ‘violenti’ incappucciati che domenica mattina hanno partecipato alla spedizione punitiva sugli spalti del campo di Magliano Romano (in provincia di Roma) dove alcuni supporter dell’Ardita, squadra di calcio popolare della capitale, sono stati aggrediti durante una partita del campionato di terza categoria. I nove bloccati dai carabinieri sono giovani tra i 18 e i 32 anni, ultras della Viterbese e vicini agli ambienti di estrema destra. Residenti tra Viterbo e provincia, si trovano ora ai domiciliari. Quando una pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Civita Castellana li ha fermati, poco dopo l’aggressione, avevano ancora nelle loro auto spranghe, bastoni, passamontagna, caschi, guanti e taglierini utilizzati per l’assalto ai tifosi ospiti. Ancora da chiarire il movente della spedizione punitiva, anche se si ipotizza che dietro ci siano motivi ideologici. Quattro i tifosi dell’Ardita finiti in ospedale con traumi e contusioni. Il più grave è stato giudicato guaribile in 40 giorni e ha rischiato di dover essere sottoposto ad intervento chirurgico. Le indagini sono state condotte dai carabinieri dei Comandi provinciali di Roma e Viterbo. Dopo l’aggressione, un carabiniere libero dal servizio ha notato due auto scappare, così ha preso i numeri di targa e li ha comunicati ai militari della compagnia di Bracciano che hanno diramato le ricerche. Qualche ora più tardi le due macchine sono state individuate e bloccate da una pattuglia della compagnia di Civita Castellana. Le indagini ora vanno avanti serrate proprio per individuare gli altri responsabili del raid, al quale avrebbero partecipato circa 20 persone. “L’aggressione va oltre la rivalità destra-sinistra – commenta Michele Magro, un membro della dirigenza dell’Ardita – Secondo noi è un attacco al nostro modello di sport popolare che danneggia le società che a Roma hanno sempre avuto il monopolio su impianti sportivi e scuole calcio”. “E’ un tentativo di screditare il nostro progetto, cercando di farlo legare al concetto di violenza – prosegue Magro – Il calcio popolare è in crescita e si sta diffondendo a tutti i livelli sportivi, puntando sulla partecipazione e il supporto dei tifosi che entrano anche nei Cda. Noi però andremo avanti e sabato la squadra torna in campo”. Ancora scossi i giocatori che erano in campo. “Ho visto un gruppo di incappucciati, con in mano spranghe e caschi, scavalcare il muro della tribuna alle spalle dei nostri tifosi – racconta un calciatore -. Hanno colpito tutti quelli che si sono trovati davanti. In campo sono volati alcuni sassi e qualche bomba carta”. Per il giocatore l’azione “era organizzata da tempo”. “E’ stata fatta in una partita fuori casa e di domenica mattina quando abitualmente i nostri tifosi sono meno numerosi – spiega – All’esterno del campo poi c’erano altre persone che li aspettavano nelle macchine”. (a.r.)

