Il rebus degli usi civici
Economia e Lavoro
10 Febbraio 2015
Il rebus degli usi civici

CIVITAVECCHIA – Gli usi civici sono diventati un vero e proprio incubo a Civitavecchia per la maggior parte di coloro (banche, agenti immobiliari, tecnici, periti, ecc.) che hanno a che fare con gli immobili, soprattutto se ubicati in determinate zone della città.
Che circa un 20-30% degli immobili costruiti a Civitavecchia fosse gravato da uso civico non è cosa nuova. La novità, che negli ultimi mesi ha costituito l’ennesima tegola su un mercato già in crisi da anni, è costituita dalla necessità di liberare anche le terre private gravate da uso civico, con il risultato che diversi istituti bancari hanno bloccato la stipula degli atti di compravendita e di concessione di mutuo chiedendo preliminarmente all’associazione agraria di attestare o meno l’uso civico su ciascuna particella catastale oggetto di atto notarile. 
«Il risultato – spiega l’agente immobiliare Emanuela Lazzari, che per prima ha dato l’allarme nei mesi scorsi, rimanendo quasi del tutto inascoltata – è che oggi gli atti di compravendita su particelle gravate da uso civico, sono quasi del tutto congelati. Se si tratta di singole abitazioni, come ad esempio ville o case isolate, si riesce ad ottenere l’attestato dall’agraria ed eventualmente a liberare la particella versando il dovuto. In caso di atti relativi ad appartamenti condominiali, però, ricadendo il gravame sull’area dell’intero stabile, significa dover spiegare la situazione e mettere d’accordo tutti i condomini. Un’impresa titanica, che però credo che gli amministratori di condominio abbiano il dovere di portare a termine, per senso di responsabilità verso i condomini di propria competenza».
Quale è infatti il rischio che corrono le centinaia di proprietari di abitazioni costruite su terreni soggetti ad uso civico e mai sgravati? «Per spiegare quanto accaduto e quanto potrebbe accadere – ripnde Emanuela Lazzari – bisogna andare indietro nel tempo, fino al 1990 quando il commissario agli usi civici di Roma, nella causa tra l’associazione agraria di Civitavecchia e la Terni Spa, l’ENel e il Ministero delle Finanze dichiarò di natura demaniale la ‘‘Tenuta Ferrara’’ e la ‘‘Tenuta delle Mortelle’’ e la contestuale reintegra al demanio civico delle aree possedute da privati, ad eccezione di quei terreni già oggetto di sdemanializzazione. Mentre le terre ricomprese nella ex ‘‘Tenuta dei XIII Quartucci’’ furono dichiarate di natura privata, gravate da usi civici». Da allora però l’agraria non ha ancora trascritto la sentenza, limitandosi alla pubblicazione di alcuni avvisi pubblici nel 2010.
La trascrizione del vincolo, però, potrebbe avvenire a breve, dopo che nel 2013 la Regione Lazio – intervenendo probabilmente anche dopo alcuni casi urbanistici in cui l’opposizione del vincolo derivante da uso civico fu determinante per bloccare qualche rilevante operazione immobiliare, con una determina dirigenziale, in esecuzione della suddetta sentenza commissriale del 1990, ha individuato le particelle catastali del Comune di Civitavecchia appartenenti al demanio collettivo della popolazione di Civitavecchia. «Detti terreni – si legge nell’atto della Regione – saranno oggetto di provvedimento di reintegra al demanio civico dell’associazione agraria di Civitavecchia», a meno che non ricorrano altre condizioni particolari. La stessa determina individua anche i terreni privati gravati da uso civico di pascolo, semina e spica, che saranno oggetto di provvedimento di liquidazione degli usici civici da parte della Regione Lazio.
«Il problema che si pone – afferma ancora Lazzari – è che la definizione di demanialità di questi terreni comporta che i proprietari degli immobili interessati non potranno effettuare compravendite, successioni, donazioni, acquisizioni di permessi edilizi o richieste di mutui senza che sia stato liquidato il gravame, per il quale finora non sono stati resi noti neppure i criteri di valutazione degli importi da corrispondere e dei costi delle pratiche tecnico-amministrative ai sensi di legge. Alcuni istituti bancari, inoltre, nonostante nelle relazioni preliminari i notai specifichino che pur dovendosi liberare il gravame dell’uso civico nulla osta a procedere con il rogito della compravendita, stanno bloccando l’erogazione dei mutui, in attesa che si faccia chiarezza». 
«Infine – conclude Lazzari – per il passato viene spontaneo chiedersi come gli uffici urbanistici comunali abbiano potuto procedere al rilascio di concessioni e permessi edilizi su terreni che ad oggi risultano demaniali o, pur essendo privati, sono gravati da uso civico, che non si prescrive».
Insomma, un bel grattacapo su cui, a dicembre, è intervenuta anche l’amministrazione comunale con una dichiarazione dell’assessore Pantanelli, che però mirava più che altro a prendere tempo, affermando genericamente come si fosse avviato l’iter per dare una soluzione definitiva al problema, che nel frattempo, con lo stop ai mutui da parte di molte banche, invece si è aggravato e potrebbe precipitare con la trascrizione della famigerata sentenza da parte dell’agraria.

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