CIVITAVECCHIA – Cortocircuito giurisdizionale sulla competenza a giudicare dei ricorsi sulla Tia successivi al 2010. Qualche mese fa, come si ricorderà, il Consiglio di Stato, pronunciandosi sul ricorso dell’Ascom contro la Tia straordinaria 2011, si disse non competente, stante la natura non tributaria della Tia, rinviando quindi il giudizio di merito sul ricorso alla commissione tributaria.
Ebbene, la sorpresa (che fa rimanere allibiti, per come vanno le cose in Italia) è arrivata nei giorni scorsi dal pronunciamento della commissione tributaria provinciale sul primo di circa 3500 ricorsi su cui sarà chiamata a decidere. Peraltro, un ricorso piuttosto ‘‘pesante’’, visto che a proporlo era stata la società che gestisce il porticciolo, la Porto Turistico Riva di Traiano spa che chiedeva l’annullamento per illegittimità delle fatture emesse nel 2013 relative alla tariffa di igiene ambientale, per importi complessivi di oltre 50.000 euro.
La commissione si è dichiarata incompetente, pur sottolineando il consolidato orientamento giurisprudenziale sancito non solo dalla richiamata sentenza del Consiglio di Stato, ma anche da diverse sentenze a sezioni unite della Cassazione, a seguito di una ordinanza della Corte Costituzionale che nel 2010 chiariva come la Tia non costituisse una entrata patrimoniale di diritto privata, ma una semplice variante della Tarsi, di cui conservava la natura di tributo.
Secondo la commissione tributaria, però, visto che successivamente all’ordinanza della Consulta è stato approvato il decreto legge 78 del 2010, poi convertito, che interpreta il testo unico dell’Ambiente chiarendo che la natura della tariffa non è tributaria e che le controversie precedenti rientrano nella giurisdizione dell’autorità giudiziaria ordinaria, il ricorso, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato, non può essere giudicato nemmeno dal giudice tributario per difetto di giurisdizione. Insomma un ping pong in cui la palla rimbalzata da un campo all’altro è costituita dalla massa di ricorsi che dopo due anni non hanno ancora trovato il loro giudice naturale.

