CIVITAVECCHIA – È tornato alla conferenza locale della sanità l’atto aziendale, discusso di nuovo questo pomeriggio all’aula Pucci. La Regione Lazio, nelle more dell’approvazione, proprio l’ultimo giorno utile ha infatti messo in evidenza come “il numero delle strutture complesse appare ridondante rispetto alle direttive e non condivisibile”. Trentacinque, secondo la Pisana, il tetto massimo delle Unità Operative Complesse a disposizione della Asl RmF, cinque in meno rispetto a quello inserite nell’atto aziendale. La soluzione? La modifica proposta dalla dirigenza della RmF ed approvata poi oggi dai sindaci presenti, che prevede la rimodulazione di cinque Uoc in unità dipartimentali. Due sono Uoc amministrative. La prima riguarda quella di Controllo di gestione, budget ed audit civico, l’altro Affari Istituzionali e legali. E poi tre Uoc sanitarie. Si tratta del Trsmee (Tutela salute mentale e riabilitazione in età evolutiva), il Cad afferente alla F1, e l’Unità della cure primarie ed il coordinamento delle case della salute per la F2. Una soluzione che non va a stravolgere l’intero assetto sanitario del territorio, tra l’altro non rispondente appieno alle esigenze della RmF, ma che cerca di limitare i danni. «Un atto aziendale – ha riconosciuto il consigliere comunale Fulvio Floccari – di cui certo non si deve esultare ma che raccoglie i cocci. Qualcosa di positivo c’è, come il caso di Oncologia. Ora attendiamo i locali adeguati per il trasfusionale». È stato poi il direttore generale della RmF Quintavalle a sottolineare come «l’atto è stato approvato nei contenuti, ma con la revisione del numero di Uoc». Sull’emodinamica, pur non rientrando nelle rete, ha confermato che «riusciremo a farla funzionare in elezione per alcuni giorni della settimana». Confermata poi la volontà di accelerare al massimo sull’hospice oncologico. Nel corso della conferenza dei sindaci è emersa poi l’anomalia della Radiologia, con il problema sollevato dal dottor Tagliaferri. A quanto pare, infatti, ci sono una radiologia (Uoc) ospedaliera al San Paolo che utilizza anche la Tac ed una radiologia territoriale che gestisce la Tac di Bracciano e anche la risonanza magnetica, a disposizione di tutto il territorio. E nella stessa seduta sono risaltate, ancora una volta, le differenze territoriali che caratterizzano il vasto territorio della RmF, con i comuni del distretto periferico F4 che hanno sollecitato, ancora una volta, un’uscita dalla RmF. Al termine della discussione e dell’ok dei sindaci l’atto, sui cui pende il ricorso al Tar per l’ospedale di Bracciano, è stato rinviato alla Regione.

