Sanità
9 Marzo 2015
"Una soluzione che non trova riscontro in nessun altro ospedale"

CIVITAVECCHIA – «Chiamato in causa dal direttore generale della Asl, dottor Giuseppe Quintavalle, sono costretto a rispondere ad alcune sue affermazioni sull’argomento, che non mi sembra solo polemico né tanto meno privo di sostanza, scusandomi sin da ora per eventuali fraintendimenti che non sono nelle mie intenzioni». Inizia così la replica del primario del reparto di Radiologia dell’ospedale San Paolo, Giuseppe Tagliaferri, rivolta al manager. «Intanto prendo atto che il direttore generale, contrariamente a quanto detto nella conferenza dei sindaci e successivamente qualche giorno fa in un comunicato ai media, afferma che la risonanza magnetica è anche essa metodica di utilizzo nelle emergenze. Come si fa poi ad affermare che non c’è stata alcuna richiesta di risonanza magnetica da parte dei medici di pronto soccorso nel 2014 se l’apparecchio ad alto campo non c’era? Che significato ha – si domanda il primario – l’affermazione che sono stati solo sette i casi di degenti del San Paolo per i quali è stata richiesta la risonanza? Questo accade – prosegue Tagliaferri – perché i medici conoscono bene le difficoltà, i costi e i tempi per effettuare tale esame nelle strutture convenzionate. Vedrà il direttore generale che tale numero, con una risonanza magnetica in sede, si moltiplicherà almeno per cento, così come saranno almeno giornaliere le richieste di Rm in emergenza». «Sappiamo infatti che l’offerta genera la domanda – dichiara il primario di Radiologia – e allora senza un coordinamento sotto un’unica regia delle metodiche diagnostiche, è facile prevedere qualche risultato molto spiacevole in condizioni di emergenza. E poi – si domanda ancora Tagliaferri – cosa significa che la risonanza magnetica sarà nella facoltà e priorità di utilizzo del dottor Tagliaferri e dei medici radiologi del reparto? La verità è che il dottor Tagliaferri e i suoi colleghi, o sono nella titolarità di utilizzo della metodica o non lo sono».  Una difesa poi dei primari che hanno firmato la lettera di perplessità sulla gestione delle grandi macchine da parte di radiologi esterni al reparto di Diagnostica per Immagini dell’ospedale San Paolo: «A tutti i primari – spiega Tagliaferri – compreso il sottoscritto, è stato detto che arrivava la risonanza a colmare un annoso vuoto diagnostico e a limitare drasticamente la mobilità passiva per questa prestazione e tutti non potevano che approvare. Erano le modalità con le quali l’apparecchiatura sarebbe stata gestita che non erano state capite allora perché non chiarite e che solo recentemente, con la pubblicazione dell’Atto Aziendale, sono state definite generando la loro perplessità». «D’altronde – conclude la nota del primario – come non essere perplessi e stupefatti di fronte a una soluzione organizzativa proposta dalla direzione strategica aziendale per il reparto di Radiologia dell’ospedale San Paolo, che non trova riscontro in nessun ospedale d’Italia? Vorrei comunque, almeno personalmente, chiedere qui la polemica, scusandomi ancora per eventuali fraintendimenti non voluti».