ROMA – Audizione in commissione Politiche sociali e Salute della Regione Lazio per il direttore generale della Asl RmF Giuseppe Quintavalle, affiancato dal direttore sanitario Lauro Sciannamea e da quello amministrativo Francesca Milito: al centro della discussione l’Atto aziendale. Nel corso del dibattito è stata ribadita la disomogeneità dell’azienda, con un territorio di 28 comuni per un totale di circa 323mila abitanti. “Storicamente si lavora con organici abbastanza esigui – ha spiegato il direttore generale – i posti letto disponibili complessivamente sono 222 cui vanno aggiunti i 16 di una casa di cura”. La ristrutturazione, il cui modello di riferimento è quello “hub&spoke”, come ricordato nel corso dell’audizione, è consistita nell’accorpamento in un unico polo ospedaliero del presidio “Padre Pio” di Bracciano con quello di “San Paolo” Civitavecchia: il primo gestisce la piccola e media complessità, il secondo gli interventi più complessi. La riorganizzazione dei sistemi di cura territoriali passa essenzialmente per le Case della salute. La loro attivazione è in corso: la prima sarà a Ladispoli-Cerveteri, mentre a Rignano Flaminio ne sorgerà subito dopo un’altra. Messi in evidenza i lavori in corso per la sicurezza del San Paolo, l’acquisto di nuove attrezzature mediche, il buon funzionamento dei consultori e gli importanti progetti in fase di avvio, come lo screening per il tumore della cervice uterina, la costituzione del registro tumori e la riorganizzazione in corso della medicina penitenziaria in collaborazione con Asl RmB. Durante l’audizione è stato illustrato pure il Piano strategico che copre il periodo 2014-16. Messo in evidenza lo sforzo di riduzione degli affitti passivi e una campagna di messa in sicurezza degli impianti. “Nonostante il ridimensionamento delle unità operative in linea con le linee guida regionali – ha sottolineato il dottor Giuseppe Quintavalle – si è verificata una razionalizzazione complessiva delle attività”.
Sollecitato dal consigliere del Gruppo Misto Fabrizio Santori, il direttore generale ha confermato la prosecuzione dell’attività del Presidio Integrato Territoriale di Ladispoli-Cerveteri, “unico presidio – ha spiegato Santori – che copre nei servizi sanitari un’area di 70 km dall’inizio della via Aurelia fino a Civitavecchia. Sarà nostra premura verificare che i servizi rimangano efficienti e funzionanti con il fine di tutelare il diritto alla salute di chi risiede sul territorio, e non avrebbe alternativa alcuna per curarsi, e di chi in primavera e in estate è solito frequentare questi preziosi luoghi di villeggiatura”.
Per Devid Porrello (M5S) si tratta di un Atto aziendale “lineare, che dà pienamente idea della strategia della direzione, in un contesto pur sofferente rispetto alla carenza di posti letto rispetto alla vasta popolazione”. Posta l’attenzione, inoltre, sulla declassificazione della Tutela della Salute da Unità opertiva complessa e Unità semplice.
Anche Giancarlo Righini (Fdi) ha manifestato apprezzamento per la relazione del management ma ha segnalato, in prospettiva, la necessità di scorporare la Rm/F distribuendo territori e competenze alle tre Asl confinanti al fine di eliminare i disservizi dovuti alla disarticolata localizzazione dei presidi sull’area geografica attualmente di pertinenza.
Il problema delle distanze e della mobilità passiva verso Roma è stato affrontato anche da Gino De Paolis (Sel), che ha rappresentato l’esempio della zona residenziale di Formello, che dovrebbe far capo a Civitavecchia e che invece impatta su ospedali capitolini come il Sant’Andrea, il San Filippo Neri o Villa San Pietro.
Il vicepresidente Antonello Aurigemma (Pdl-FI), dal canto suo, ha evidenziato la contraddizione derivante dall’accorpamento tra i poli di Bracciano e Civitavecchia, troppo distanti tra loro. Marta Bonafoni (Sel) ha infine lodato la particolare attenzione al settore della prevenzione, a partire dalle scuole.


