"Situazione sotto controllo"
Sanità
11 Aprile 2015
"Situazione sotto controllo"

CIVITAVECCHIA – «Nei giorni di Pasqua – spiega la direzione sanitaria dell’ospedale San Paolo – l’unica persona straniera che si è presentata al pronto soccorso è stata una signora che giungeva il 31 marzo alle 12,14. Dopo Rx torace e Tac cranio con esiti negativi ed esami ematochimici – si legge nella nota – è stata stabilita la terapia e la paziente è stata dimessa con diagnosi ‘‘Riferita sincope con febbre’’, in data 1 aprile alle 19,37 con indicazione  curante dal curante, emocromo di controllo». Una paziente il cui ricovero allo Spallanzani di Roma, alla Asl non risulta. «Come da procedura – fa sapere l’azienda – per i casi di pazienti febbrili ed espettorato si è provveduto durante la permanenza in pronto soccorso ad isolare la paziente e dotarla di mascherina, così come analogamente è stato fatto con il personale sanitario».
La Asl Roma F fa il punto anche sul caso della dipendente comunale ricoverata nella capitale. «L’altro caso – spiega ancora l’azienda – è arrivato al pronto soccorso in data 30 marzo con diagnosi di sincope ed è stato ricoverato il giorno successivo in medicina con un quadro di infezione tracheobronchiale. Ha eseguito un Rx torace risultato negativo, successivamente una Tac che evidenzia un quadro per sospetta Tbc polmonare miliare anche se dal punto di vista clinico si era di fronte a un quadro scarsamente sintomatico, in serata è stato disposto il trasferimento presso l’istituto Spallanzani di Roma».
«In data 2 aprile è stata trasmessa la scheda di notifica di sospetto Tbc polmonare miliare al dipartimento di Prevenzione della Asl – fa sapere l’azienda sanitaria – quindi ad oggi non esiste una conferma della eventuale diagnosi. La Asl è in costante contatto con l’ospedale Spallanzani, il 3 aprile il medico dell’istituto romano ha confermato che il quadro clinico è atipico per tubercolosi miliare in quanto assenza di espettorato, ma l’esame radiologico sembrerebbe tipico di Tbc miliare, che comunque non è una forma ad elevata contagiosità in quanto il paziente non elimina bacilli con l’espettorato. Nel frattempo ha eseguito varie terapie e si è tuttora in attesa dei risultati. Le condizioni sono migliorate». La Asl teme che gli articoli di stampa possano creare un procurato allarme, cosa che di sicuro questo quotidiano non intende fare, seppure ha il dovere di informare la collettività. E lo avrebbe fatto in maniera ancora più precisa se l’ufficio stampa della Asl (pagato con soldi pubblici) avesse risposto al telefono quando è stato contattato. Avrebbe potuto contribuire per una volta a dare ai lettori una informazione corretta, invece che limitarsi a sponsorizzare il vino dell’azienda. Ed è singolare lil commento della Asl: «L’ufficio stampa non è un servizio d’emergenza, né opera 24 su 24, né tantomeno è deputato a fornire risposte dettagliate a chiunque (il giornalista in questo caso diventa chiunque nei rapporti istituzionali tra quotidiano e Asl) telefoni ed a qualsiasi ora».   Sulla questione del protocollo seguito, l’azienda si affretta a spiegare: «La profilassi delle malattie infettive non segue un protocollo assurdo, ma nel caso specifico è tenuto a seguire precise linee guida ministeriali». E lo ha fatto, ma il fatto che siano ‘‘linee guida ministeriali’’ non è detto che siano corrette. Il fatto che non ci sia obbligo di informare il Sindaco (autorità sanitaria) circa i casi o i sospetti casi di tubercolosi, lascia molto pensare. La Asl ha fatto il suo dovere, ma ragionando nell’ottica di un impegno massimo nel contenimento di eventuali epidemie, stupisce e molto la difesa del protocollo.