Sanità
20 Aprile 2015
Il carcere si apre alla formazione professionale sanitaria

CIVITAVECCHIA – “L’assistenza psichiatrica nella medicina penitenziaria: criticità cliniche e modelli di intervento per una gestione istituzionale integrata”. Questo il titolo del corso di formazione in programma oggi ed organizzato dalla Asl RmF proprio all’interno del carcere di Borgata Aurelia. L’incontro vede come responsabili scientifici il direttore generale Giuseppe Quintavalle e la dottoressa Carola Celozzi del Dipartimento di Salute Mentale della Asl RmF. Intervengono anche la dottoressa Flori De Grassi per la Regione Lazio, Angiolo Marroni, Garante dei Detenuti del Lazio, Patrizia Bravetti Direttrice dei Penitenziari di Civitavecchia e Maria Claudia Di Paolo Provveditore per le Carceri del Lazio del Ministero della Giustizia, oltre a numerose autorità scientifiche ed istituzionali. Il corso è stato organizzato per le seguenti discipline e figure professionali: assistente sanitario, psicologo, medico chirurgo, psichiatra, infermiere e tecnico della riabilitazione psichiatrica.
L’obiettivo dell’incontro è rafforzare la partnership azienda/istituzioni/Regione nell’ottica di una progettualità rivolta agli istituti penitenziari di grande interesse come tematica a livello di Regione Lazio.

“La Asl RmF è infatti divenuta la capofila responsabile per le progettualità e la gestione dell’assistenza sanitaria e psichiatrica  di tutti gli istituti penitenziari della Regione Lazio – hanno spiegato dalla direzione sanitaria – il Garante dei detenuti della Regione Lazio, l’Ordine degli psicologi del Lazio e il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria del Lazio hanno infatti recentemente annunciato la firma di un Protocollo d’intesa per riconoscere e garantire il Diritto alla Salute alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, nonché il loro diritto ad usufruire di una presa in carico di assistenza psicologica. Gli obiettivi dell’accordo sono incentrati, in particolare, sulla salvaguardia del diritto del detenuto a poter fruire dell’intervento dello psicologo e sul riconoscimento dell’importanza di tale professionalità nella tutela della Salute negli istituti di pena della nostra regione. Il Protocollo, che resterà in vigore sino al marzo 2018, ha dunque lo scopo di garantire ambiente idoneo allo svolgimento del lavoro di competenza del professionista psicologo, tale da assicurare la messa in opera di azioni di sostegno, attività trattamentali e interventi terapeutici; far collaborare i tre enti, nell’ambito delle rispettive competenze ed autonomie, al fine di riconoscere e garantire il Diritto alla salute alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”.