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    Politica
    20 Maggio 2015
    Approvata la proposta di legge sul Registro Tumori

    REGIONE – Via libera, alla raccolta, all’elaborazione e alla registrazione di dati statistici completi e validati scientificamente su incidenza, prevalenza dei casi di tumore nella popolazione regionale. Un passaggio importante sul fronte della prevenzione e la cura di uno dei mali incurabili del nostro secolo. E’ stato approvata all’unanimità con 41 voti favorevoli la proposta di legge 108 del 2013 presentata dal consigliere M5s Davide Barillari che di fatto istituisce il Registro tumori della Regione Lazio. La proposta Barillari sottoscritta da altri diciannove colleghi, tra cui Rodolfo Lena, presidente della commissione Politiche sociali e Salute, dove il testo era già stato licenziato lo scorso 14 aprile, dopo lo stanziamento di centomila euro in commissione Bilancio “ai fini dell’adozione delle prime misure attuative”. Sette gli emendamenti – a firma Storace e Storace-Sbardella – Via libera, dunque, alla raccolta, elaborazione e registrazione di dati statistici completi e validati scientificamente su incidenza, prevalenza e sopravvivenza dei casi di tumore tra la popolazione regionale, secondo un andamento sia spaziale che temporale. Uno strumento che consentirà interventi mirati di prevenzione primaria e l’attivazione di campagne di diagnosi precoce e screening oncologici. “In questo modo – recita il nuovo testo di legge – si potrà meglio valutare l’appropriatezza dei trattamenti terapeutici in oncologia, rilevando eventuali differenze nell’accesso alle cure erogate, in relazione alle condizioni socio-economiche del paziente oncologico, nonché all’area geografica di provenienza”. Il Registro tumori verrà insediato presso il Dipartimento di Epidemiologia (Dep) del Servizio sanitario regionale e sarà collegato a cinque unità funzionali: una per la Città metropolitana di Roma e per ciascuna delle quattro province, più una unità a carattere regionale specifica per i tumori infantili. Responsabile della nuova struttura, un direttore di Unità operative complesse del Dep, con documentata esperienza in epidemiologia, individuato dal direttore del Dipartimento medesimo. I Registri tumori delle Province di Latina e di Viterbo, così come altri registri comunali già esistenti, sono autorizzati a continuare la propria attività di raccolta, elaborazione e registrazione dei dati: entro un anno sono chiamati ad adeguarsi al nuovo sistema di rilevazione, costituendosi in Unità funzionali. “Abbiamo votato e sostenuto la legge regionale in modo convinto e riconoscendo che con questo atto ha realizzato qualcosa di importante, usando la politica a completo servizio delle necessità umane” . A dichiararlo in una nota sono Gino De Paolis e Marta Bonafoni, rispettivamente Capogruppo e Consigliera Sel alla Regione Lazio. “Oggi questo Consiglio prova a dare qualche risposta, approvando all’unanimità una norma che parte dalla prevenzione per arrivare alle cure palliative e del dolore. Come Sinistra Ecologia Libertà avevamo già in occasione del Collegato al Bilancio provato ad inserire un emendamento che istituisse questo registro. Non era quella la sede giusta, ma è stata l’occasione per porre il tema nell’agenda politica delle Regione. Per questa ragione abbiamo in modo convinto sostenuto la Pl presentata dai colleghi del M5S, a cui va un ringraziamento particolare. Questa è una vittoria per i cittadini e per tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio. Accanto alla legge – spiegano- è importante sottolineare l’approvazione di alcuni Ordini del Giorno che accompagnano il testo. Se il Registro dei tumori serve infatti a monitorare le specificità della situazione di ogni territorio e a stabilire in base ai risultati dell’incidenza tumorale le azioni da intraprendere, con gli ordini del giorno approvati si è andati oltre: in primo luogo si è chiesto l’inserimento di un reparto radioterapico in tutte le Asl e in secondo luogo si è posta attenzione sull’esigenza di garantire in tutti i territori presidi per le cure oncologiche, come gli Hospice. Su quest’ultimo aspetto infatti è una normativa a stabilire che per ogni posto letto presente in strutture come gli Hospice oncologici scaturiscano 4 assistenze domiciliari. Il combinato dei due impegni ha l’obiettivo di agire in modo concreto per garantire assistenza psicologica e medica al maggior numero possibile di persone ed evitare soprattutto lo strazio del pendolarismo per cure. Un modo per provare quindi ad alleviare la fatica e la sofferenza di chi oggi è costretto a percorrere anche centinaia di chilometri per sottoporsi alle terapie necessarie. Un fatto inaccettabile per chi lo vive ma più in generale per un Paese che si vuole definire civile. Oggi – concludono- ci sentiamo orgogliosi e anche un pò più utili.”