CIVITAVECCHIA – “Comune che vai, fisco che trovi”. Il rapporto 2015 dell’osservatorio permanente della Cna sulla tassazione di artigiani e piccole imprese in 113 Comuni ha messo in evidenza come Civitavecchia (inserita nonostante si fossero presi in considerazione i capoluoghi di provincia) sia tra i comuni a più alta tassazione. La Cna ha infatti analizzato l’andamento dei singoli tributi negli ultimi cinque anni, confrontandolo con la situazione nelle altre città italiane. L’impresa tipo presa in esame occupa 4 operai ed un impiegato, utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq ed un negozio di 175 mq destinato alla vendita: dispone di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto conto proprio. Il reddito di impresa è di 50 mila euro prima delle imposte deducibili. Dal 1° gennaio al 18 agosto l’imprenditore di Civitavecchia deve lavorare solo per pagare le tasse (Tax free day): il Comune si colloca al 76° posto. Al primo c’è Cuneo con la tax free day fissata al 17 luglio; fanalino di coda Reggio Calabria, con la data fissata al 29 settembre (la media italiana è al 14 agosto). Per quanto riguarda la pressione fiscale complessiva sulle imprese (Total Tax Rate) Civitavecchia si colloca al 36° posto attestandosi al 66% del 2014: dopo l’incremento costante dal 2011 al 2014 nel 2015 si potrebbe scendere del 2,57%, anche se si rimarrebbe al 63,4%, sempre al di sopra della media nazionale del 62,2%. Insomma, alla fine, quanto rimane nelle tasche dell’imprenditore dei 50 mila euro iniziali? A quello civitavecchiese 18.302 euro, rispetto ai 12.553 del collega di Reggio Calabria e dei 22.700 di quello di Cuneo, con Civitavecchia al 77° posto dei 113 comuni presi in esame. “Mentre le tasse regionali tendono a scendere – ha spiegato Alessio Gismondi, presidente Cna territoriale – purtroppo aumentano quelle comunali, ma non i servizi erogati. Lo Stato diventa quindi un socio occulto che però non produce. Difficile quindi la vita per un’impresa a queste condizioni”. L’obiettivo della Cna, come hanno spiegato anche Emiliano Brizi, responsabile Area Fiscale e Tributaria dell’associazione e Luigia Melaragni, segretaria della Cna di Viterbo e Civitavecchia è anche quello di arrivare ad un “tavolo di confronto con l’amministrazione comunale – hanno sottolineato – sulla tassazione locale affinché i tagli dello Stato sui Comuni non si traducano in aumenti di tributi per i cittadini”. E hanno aggiunto come “l’Imu sta diventando – hanno aggiunto – un limite allo sviluppo. Lo stesso vale per la tassa rifiuti. Il fatto che le imprese da un lato abbiano tutte le incombenze relative allo smaltimento dei rifiuti speciali, praticamente la maggioranza, dall’altro devono pagare l’imposta sui metri quadri occupati e non sulla quantità e la qualità di rifiuti inviati allo smaltimento grida vendetta”.

