Sanità, meglio non fidarsi
Sanità
22 Maggio 2015
Sanità, meglio non fidarsi

CIVITAVECCHIA – La Regione vorrebbe chiarire sulla questione dei finanziamenti sulla sanità che Civitavecchia a quanto pare in vista del Giubileo non vedrà. Vorrebbe chiarire, parlando di qualcosa che l’ospedale San Paolo avrebbe già ottenuto negli ultimi anni,  ma evidentemente non è in grado di farlo. Non ci riesce, per il semplice fatto che i cittadini del comprensorio, coloro che ogni giorno fanno ricorso alle prestazioni mediche dell’ospedale civitavecchiese, intercettano poco questi interventi di cui la Pisana parla, vivendo disagi e insoddisfazioni che si riversano sulla loro condizione di pazienti.  Affermare: «Non ci dimentichiamo delle province», cozza inevitabilmente con la ‘‘disattenzione’’ regalata a Civitavecchia quando, proprio in occasione del Giubileo, la giunta Zingaretti avrebbe avuto davvero la possibilità di dimostrare il suo legame al territorio. Un legame che, fino ad oggi, si è visto solo nelle numerose passerelle alle quali il presidente della Regione Lazio ha partecipato ogni volta che c’è stato da tagliare un nastro al San Paolo. E bisognerebbe analizzare attentamente cosa è stato inaugurato in tutto questo tempo e quali benefici sono arrivati  al San Paolo e soprattutto ai pazienti. Una decisione, quella di non concedere neppure un centesimo degli 88milioni stanziati, che fa rabbrividire e che giustamente fa indignare il sindaco Cozzolino. Il quale però farebbe bene a guardare oltre il suo naso, dal momento che poche settimane fa, il prefetto Gabrielli per addolcire la pillola degli immigrati in arrivo, ha promesso un impegno nei confronti della Regione Lazio per quanto riguarda il potenziamento del pronto soccorso. La domanda sorge spontanea: come fa Cozzolino, sindaco della città tagliata fuori anche dal megafinanziamento sulla sanità che riguarda il Giubileo, fidarsi di chi dice di voler potenziare un pronto soccorso in vista dell’arrivo degli immigrati alla De Carolis? Qualsiasi altro Sindaco avrebbe preteso un impegno nero su bianco, ma questo a quanto pare non è nei programmi a Cinque Stelle. Si vive alla giornata e che Dio ce la mandi buona. A proposito dell’amministrazione, oggi, di fronte alle dichiarazioni della Pisana, fa la voce grossa il consigliere-medico Fulvio Floccari, colui che, una volta ottenuta la garanzia di una unità dipartimentale per l’Oncologia, ha tirato i remi in barca iniziando ad incensare l’atto aziendale della Asl Roma F, nonostante fosse pieno di lacune.  Floccari dice la sua. «I posti letto in questione sono teorici e non reali». Eppure qualche tempo fa si era espresso in altri termini, parlando addirittura di una «rivoluzione sanitaria».  Ma il consigliere-medico alza il tiro anche sulla Osservazione breve intensiva: «Affermazioni di carta – sostiene – non potrà realizzarsi senza i necessari investimenti infrastrutturali». Oggi Fulvio Floccari ha da ridire anche sul ‘‘blocco parto’’, quello che aveva salutato con soddisfazione parlando di un potenziamento: «Lavori finanziati con fondi riservati alla manutenzione straordinaria – dichiara – e con reali stanziamenti di edilizia sanitaria. La Asl li sta disponendo autonomamente e non prevedono la realizzazione della nuova sala operatoria dello stesso blocco parto».  Sul trasfusionale, dove ha fatto anche retromarcia nel giro di un mese, Floccari accantona gli entusiasmi relativi al progetto sperimentale approvato in Regione e alle 12 ore ottenute rispetto alle 24 necessarie: «La Regione lo ha chiuso nonostante sia un servizio fondamentale di un Dea di I livello». Oggi lo definisce ‘‘appendice locale del servizio del San Filippo Neri, ma per correttezza va detto che già nei mesi scorsi aveva caldeggiato un ricorso al Tar per impedire la riduzione delle ore di funzionamento.  E va avanti: «‘‘Potenziata l’area perinatale’’ è un’affermazione davvero tragicomica dinanzi a un ospedale che da dicembre non riesce a garantire la presenza del servizio di pediatria h24». Certo, proprio lui che, in relazione all’approvato atto aziendale, aveva parlato  di un servizio migliore e potenziato e di un’inversione di tendenza. Pienamente legittime, invece, le affermazioni di Floccari sul soccorso: «L’elisoccorso e il mezzo medicalizzato del 118 servono a trasportare il paziente verso un ospedale che i posti letto li ha davvero». E la considerazione ci sta tutta: forse il consigliere-medico nei mesi scorsi ha perso troppo tempo dietro agli elogi alla Asl e all’atto aziendale. Tempo che avrebbe potuto impiegare nell’esame attento delle lacune del San Paolo, che non nascono certo oggi.