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    Cronaca
    29 Giugno 2015
    In fiamme la cooperativa sequestrata per Mafia Capitale

    REGIONE-Incendio ieri mattina in un ufficio in via Altamura 2, in zona San Giovanni. Le fiamme hanno bruciato faldoni e carte che si trovavano nei locali in questione, i quali, a quanto si apprende, apparterrebbero a una cooperativa. All’interno, secondo quanto riferito, non si trovava nessuna persona. Sul posto vigili del Fuoco, Polizia e 118. Le cause sono in corso di accertamento, non si esclude l’ipotesi dolosa. Erano sotto sequestro nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale gli uffici andati in fiamme ieri mattina intorno alle 10.30 tra via Castrense 51 e via Altamura 2 in zona San Giovanni. A quanto si è appreso nei locali si troverebbe il centro di accoglienza «Il Ponte» con uffici, in un appartamento, riconducibili alla Cooperativa Atlante. L’incendio ha appunto bruciato faldoni e carte che si trovavano nei locali in questione. Sul posto al lavoro gli agenti della polizia di Stato e la scientifica per i rilievi del caso. A quanto si è appreso, gli stessi uffici un paio di settimane fa sarebbero stati colpiti da altro incendio. La sede in via Pietro Bonfante, in zona Don Bosco, della Cooperativa sociale Atlante era nell’elenco dei soggetti perquisiti, ma non indagati, nella seconda tranche dell’inchiesta Mafia Capitale. Sul posto al lavoro gli agenti della polizia di Stato e la scientifica per i rilievi del caso. In serata, il M5S ha dato appuntamento a Ostia per la «Fiaccolata dell’onestà», dal Porto Turistico di Roma a piazza dei Ravennati. Sul palco, poi, è previsto anche l’intervento di Beppe Grillo, dei parlamentari, dei consiglieri capitolini e del municipio di Ostia del MoVimento 5 Stelle. Nel frattempo in questi giorni sulla scottata dalle vicende di Mafia capitale, la Regione Lazio vara tre importanti novità a proposito di appalti. «Saranno gli anticorpi per la pubblica amministrazione», spiega il governatore presentando la «svolta anti-corruzione». Le novità si chiamano albo dei commissari, piattaforma informatica e patto d’integrità. Saranno questi gli «anticorpi» che da settembre verranno immessi per tutte le gare pubbliche della Regione. Soprattutto la prima sembra approntata per evitare il ripetersi della circostanza che ha visto finire sotto indagine per «tentativo di turbativa d’asta» l’ex capo di gabinetto di Zingaretti. In quel caso, questa l’accusa, Venafro avrebbe inserito nella commissione di gara del cup, il nome di Angelo Scozzafava, suggeritogli da Luca Gramazio, allora capogruppo di Fi, finito agli arresti a inizio giugno. Con l’albo dei commissari che andranno a comporre le commissioni giudicatrici della gare, questa ipotesi dovrebbe essere esclusa.