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    Politica
    28 Luglio 2015
    Roma, pronta la nuova Giunta Marino

    Quattro nomi (dei quali due onorevoli che manterranno i rispettivi incarichi in Parlamento), una lunga lista di cose da fare per «cambiare la città» e un invito a Matteo Renzi: «Ci valuti per ciò che facciamo». Ignazio Marino, al centro di un fuoco incrociato di polemiche dallo scoppio dello scandalo di Mafia Capitale, ha presentato la terza giunta dall’inizio del suo mandato. Dodici assessori, sei donne e sei uomini, più il sindaco. Marco Causi, economista e deputato Pd, già assessore con Walter Veltroni, è il nuovo vicesindaco al posto di Luigi Nieri con delega al Bilancio ereditata dalla dimissionaria Silvia Scozzese, mentre Stefano Esposito, senatore Pd e commissario del partito a Ostia, prende il posto di Guido Improta ai Trasporti: entrambi hanno annunciato che non lasceranno il Parlamento, ma rinunceranno allo stipendio del Campidoglio. Marco Rossi Doria, insegnante ed ex sottosegretario all’Istruzione con Monti, è il nuovo assessore alla Scuola, e sostituisce Paolo Masini, del Pd: per lui oltre 5mila preferenze alle ultime elezioni, mandato via dopo esser passato, dai Lavori pubblici nella prima giunta, alla Scuola e sport, sette mesi fa. Luigina Di Liegro, presidente della Fondazione Don Luigi Di Liegro, ed ex assessore al Welfare della Regione Lazio, è assessore al Turismo. «Persone che sapranno portare alla città i cambiamenti di cui la città ha bisogno», ha detto il primo cittadino, presentando in Campidoglio i nuovi componenti della squadra.Ora la svolta, quella vera, dovrà darla Marino, dagli inizi di dicembre – periodo della prima ondata di arresti dell’inchiesta su Mafia Capitale – stretto tra gli attacchi provenienti dalle opposizioni e il gelo riservatogli dai vertici del partito. Una svolta che per il sindaco arriverà nei prossimi tre anni: «Due anni si sono resi necessari per cambiare l’amministrazione», mentre tre ne serviranno «per cambiare la città. Per i prossimi tre anni il programma di midterm prevede obiettivi concreti, risultati visibili e tempi certi. Ora penseremo al decoro, alla pulizia, alla mobilità, alla casa e alla rigenerazione urbana». Poche parole per sottolineare la fine della collaborazione con Sinistra Ecologia e Libertà, non rappresentata in giunta: «Sono sicuro che l’alleanza con Sel così come è stata determinata in campagna elettorale e in questi due anni su importanti temi continuerà con rispetto reciproco di chi è convinto di lavorare su principi comuni di legalità». Particolarmente delicato il capitolo dei rapporti con i vertici del partito, dopo le turbolenze delle ultime settimane in cui Matteo Renzi ha più volte invitato il sindaco a «governare o ad andare a casa», rimanendo sempre un passo indietro sulla questione del rimpasto: «Matteo Renzi ha affermato anche oggi dei principi di rigore molto seri che condivido fortemente. Renzi ha ragione nell’affermare che un’amministrazione di una città, e in particolare della Capitale, vada valutata per ciò che ha fatto e per ciò che fa», sottolinea Marino che racconta: «Quando mi sono insediato sapevo che non avrei trovato la stessa situazione che ha trovato la mia collega di Stoccolma al suo insediamento, ma non immaginavo di trovare le casse vuote, il disavanzo di quasi un miliardo, criminalità e corruzione. Credo che l’unica cosa che mancava fossero le mine antiuomo».In questa situazione di equilibri già precari sempre sul punto di crollare, «il pressing del governo io non l’ho mai percepito ma l’ho letto saltuariamente sui giornali – ha detto Marino – mi sento solido, e non ho sentito per un solo momento mancare la solidità con il governo nazionale e con il Parlamento». E sulla nuova giunta tutta targata Pd, il primo cittadino assicura: «Le persone sono state scelte dal sindaco per le loro capacità».