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    Cronaca
    31 Luglio 2015
    Rifiuti, trecento operatori in più per pulizia e decoro

    ROMA- Verrà potenziato il servizio di spazzamento e intensificato il presidio territoriale, soprattutto in punti strategici come le fermate dei bus e stazioni metro, vicino le scuole, parrocchie e musei Ama impiegherà 300 persone, già presenti in azienda e attualmente impegnate in mansioni non strategiche, per migliorare il servizio soprattutto in vista del Giubileo.
     Subito all’opera Marino e la sua nuova Giunta, si punta sulla qualità degli interventi per togliere la maggior parte dei quartieri della capitale dall’emergenza.  «Ieri mattina ho avuto notizia da Ama che si è dato velocemente seguito alle richieste dell’amministrazione comunale per ripristinare e garantire la pulizia della città, dando concretezza all’urgente cambio di rotta richiesto dal sindaco Marino e da me ribadito ai vertici aziendali durante la riunione del 27 luglio – ha commentato l’assessore all’Ambiente e Rifiuti di Roma Capitale, Estella Marino – Seguirò personalmente l’applicazione del programma per verificare la qualità degli interventi e l’effettivo raggiungimento degli obiettivi che abbiamo richiesto e di cui la città necessita. Bene, dunque, lo sforzo di Ama e sindacati, che ringrazio della tempestività e del senso di responsabilità, in primo luogo verso la città, per aver raggiunto nella notte questo accordo che assicurerà una presenza costante sul territorio, attraverso personale e postazioni fisse di quartiere, specialmente nelle zone di maggiore afflusso di cittadini e turisti e interessate da particolari dinamiche di disagio sociale. Il rafforzamento dei servizi di pulizia e decoro -conclude – era uno degli obiettivi dati all’Azienda per l’anno 2015, per incidere concretamente sulla qualità della vita dei cittadini». Giorni fa, alcuni operatori Ama avevano raccontato: «I romani ci odiano, sono convinti che passiamo le giornate al bar. Ma la verità è che siamo pochi e organizzati male. Roma è sporca  –  ammettono  –  ma l’azienda non la gestiamo noi lavoratori».