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    Economia e Lavoro
    5 Settembre 2015
    Renzi: «Finito il tempo dei salotti buoni, l’Italia smetta di piangersi addosso»

    CERNOBBIO – Promuove l’Eni, «simbolo di quello che l’Italia può fare». Bacchetta le banche popolari, «l’emblema della filosofia del basta con gli amici degli amici». Rende merito agli imprenditori, «capaci di resistere alla crisi nonostante la politica», e manda definitivamente in soffitta i salotti buoni della finanza, insieme ai patti di sindacato. Il premier Matteo Renzi, al Forum Ambrosetti di Cernobbio, mette in fila una serie di giudizi piuttosto tranchant, fino a una esortazione che vale per tutti: «L’Italia deve smettere di piangersi addosso».

    GLI IMPRENDITORI. «L’Italia non è più il problema economico europeo, non è più il problema dell’economia mondiale, e ha una classe straordinaria di imprenditori piccoli e medi che ha resistito in anni di crisi, nonostante la politica». Ora, però, è il momento di investire. «Sia i politici, sia voi che politici non siete, devono smetterla di pensare che questa è la patria degli alibi. Il tempo degli alibi è finito: ora tocca a noi», dice rivolto alla platea di imprenditori.

    L’ENI. «Ha fatto una importante scoperta in Egitto, non e’ la prima e neanche l’ultima per quanto conosco i dati del gruppo. L’Eni e’ un simbolo di quello che puo’ fare l’Italia, anche per il suo contributo egli assetti geopolitici».

    I SALOTTI BUONI E I PATTI DI SINDACATO. «Il tempo dei salotti buoni è finito davvero, è finito per tutti, e così anche il tempo degli amici degli amici e dei patti di sindacato». E, ancora: «Non ci siamo domandati a sufficienza quanti danni ha fatto il patto di sindacato».

    LE BANCHE POPOLARI. «Sono l’emblema della filosofia del basta con gli amici degli amici. Ci siamo presi le polemiche, ci dicevano che una riforma non l’avremmo fatta mai ma l’abbiamo fatta con un decreto legge».

    PIL, ITALIA MAGLIA ROSA. Sul Pil in Europa, «noi non vogliamo stare nel gruppo, ma ambiamo alla maglia rosa». «Così non basta», la crescita del Pil, «vogliamo essere i leader in Europa», aggiunge. Soltanto «tre volte negli ultimi 30 anni l’Italia è stata in linea con la media d’Europa nella crescita, nel 95, nel 2000 e nel 2005. In tutti gli altri trimestri è cresciuta meno». Sui conti pubblici. «Dal 2007 il debito è salito e noi dal 2016 mettiamo la macchina nella direzione opposta. Nel 2016 torniamo con la curva del debito in discesa: il debito deve scendere non perché ce lo chiede la Merkel, ma perché ce lo chiedono i nostri figli. Saremo inflessibili nel far scendere la curva del debito: dal 2016 deve scendere». (Adnkronos)