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    Cronaca
    27 Novembre 2015
    Il Comune non sarà parte civile

    ROMA-Il Comune di Roma non sarà parte civile nel processo di ‘Mafia Capitale’, con rito abbreviato, davanti al gup Alessandra Boffi a carico dell’ex assessore comunale alla Casa Daniele Ozzimo e dell’ex consigliere comunale Massimo Caprari. E’ stato un vizio formale (legato alla determinazione dirigenziale di costituzione in giudizio) a causare l’esclusione da questo procedimento penale anche se il Comune conserva in ogni caso la facoltà di poter agire in sede civile in caso di condanna degli imputati. Respinte anche le richieste di costituzione proposte da Assoconsum e Confconsumatori. Ammesse, invece, le istanze presentate dai legali di Regione Lazio, Ama, Partito Democratico, Camera di Commercio e Cittadinanzattiva. Oltre a Ozzimo e Caprari, il processo davanti al gup riguarda anche Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, e Paolo Solvi, braccio destro dell’ex presidente del Municipio X (Ostia) Andrea Tassone. L’accusa per tutti è quella di corruzione. Ieri durante la quinta udienza di Mafia Capitale nell’aula bunker di Rebibbia, in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo, è intervenuto Salvatore Buzzi. Cinque minuti di dichiarazioni spontanee in cui ha detto: «Dal momento del mio arresto c’è stata una gogna mediatica. Nei 5 interrogatori che ho reso ai pm, ho risposto a tutte le domande svelando cose non conosciute dai magistrati». Sono migliaia le persone inserite nelle liste dei testimoni compilate dai difensori dei 46 imputati finiti a processo nell’ambito del filone principale di ‘Mafia Capitale’. Una sequenza di nomi che, nelle prossime ore verrà presumibilmente ridotta dai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma. I magistrati oggi si pronunceranno sull’ammissione dei testimoni, eliminando quelli chiesti dalle difese ma ritenuti superflui per il giudizio. Particolarmente corposa è la lista presentata dall’avvocato Alessandro Diddi (difensore di Salvatore Buzzi) che allo stato conta 282 testimoni. Tra questi, se il colleggio deciderà di ammetterli, saranno chiamati a comparire in aula anche Luciano Casamonica, Gianni Alemanno, Ignazio Marino e il ministro Giuliano Poletti. In generale, sulle richieste dei difensori, la Procura si è espressa affermando che alcune testimonianze sarebbero irrilevanti o sovrabbondanti. A testimoniare, se il collegio decidesse di accettare le richieste avanzate da alcuni difensori, potrebbero essere anche i prefetti Franco Gabrielli, Giuseppe Pecoraro e Mario Morcone.