‘’Nano’’ o non ‘‘nano’’. La scienza dei nanomateriali abbraccia quella cosmetica offrendo nuove opportunità ma ponendo, allo stesso tempo, dilemmi sulla bontà delle soluzioni proposte. Sul banco sono finiti in questi anni le formule ‘nano’ dei filtri solari cosiddetti fisici (minerali che riflettono le radiazioni). Precisamente del biossido di titanio e dell’ossido di zinco che, in forma appunto di nanoparticelle, sono in grado di rendere piacevoli formulazioni altrimenti più dense. Per alcuni, però, restano dubbi su penetrabilità e tracciabilità di sostanze di dimensioni tanto ridotte. Così mentre sono ormai largamente utilizzate nei cosmetici convenzionali, nel mondo ecobio permangono le resistenze anche se si registra qualche apertura. Ma qual è lo stato delle conoscenze e, di conseguenza, della normativa europea?
Il riferimento per il settore è il Regolamento 1223/09. Il testo, spiega Roberto Gorni, Area Tecnico-Normativa di Cosmetica Italia, «fissa dei paletti anche per i nanomateriali. Ne fornisce una definizione uguale per tutta l’Ue nell’art. 2: ‘Ogni materiale insolubile o biopersistente e fabbricato intenzionalmente avente una o più dimensioni esterne o una struttura interna da 1 a 100 nanometri’”. Ogni altro ordine di grandezza che non rientra in questo range non può definirsi ‘nano’. Impossibile dunque confondere questo specifico ‘formato’ con le particelle micronizzate.
C’è poi un altro passaggio fondamentale. «Laddove siano presenti nella formulazione del prodotto delle sostanze che corrispondono alla definizione, sull’etichetta è obbligatorio indicare a fianco al nome della sostanza l’indicazione ‘nano’», chiarisce Gorni. Quanto ai filtri Uv, «la normativa è molto rigida e prevede che si possano usare sostanze unicamente approvate in modo esplicito, perché inserite in un allegato, l’allegato dei filtri Uv (il VI), ammesse e valutate da un comitato scientifico europeo super partes (Sccs, ndr) e diretta emanazione della Commissione». Dunque, continua, “prendiamo atto che queste sostanze sono assolutamente sicure in quanto valutate tali dal comitato scientifico che in presenza di qualsivoglia dubbio non esiterebbe a cancellarne la possibilità di impiego».
Nello specifico il comitato si è espresso sia sul biossido di titanio in forma nano, definendone limiti di impiego e caratteristiche necessarie per l’uso sicuro come filtro Uv nei cosmetici, sia sull’ossido di zinco, nano e non, per il quale è di questi giorni l’introduzione nel Regolamento Ue tra i filtri ammessi. «Ci sono precise indicazioni limitanti – chiarisce Gorni – in termini di percentuali massime utilizzabili, in termini di tipologia di rivestimento delle particelle, ecc….». Non è della stessa idea la presidente dell’Associazione di Ecodermatologia Skineco, Pucci Romano: «Il biossido di titanio o anche quello di zinco, fattori fisici per la protezione solare, non devono essere formulati in nanoparticelle. Diversa è la micronizzazione. Quando noi frazioniamo in maniera esasperata una molecola ne forziamo la penetrazione. C’è un problema di tracciabilità».
Da qui la querelle sulla loro sicurezza. Ma come si comporta il mondo della cosmesi ecobio? L’organismo di certificazione «Ccpb – spiega l’ad Fabrizio Piva – ammette ossido di zinco e biossido di titanio in forma ‘nano’ secondo la definizione attuale di nanomateriale, perché conformemente alle indicazioni del Sccs dell’Ue li ritiene sicuri». Posizione interlocutoria invece per Icea che fa sapere: «Si tratta di raccogliere altri elementi utili per definire con il massimo rigore scientifico una definizione di riferimento di ‘nanoparticella’ e da qui partire con indicazioni altrettanto precise da inserire nei disciplinari». E i solari ecobio in commercio? La maggior parte resta su una linea di cautela ma c’è anche chi apre e inserisce nella propria formula solare la forma nano. Al consumatore non resta che leggere il famoso ‘Inci’ (International Nomenclature for Cosmetic Ingredients), l’etichetta con i diversi ingredienti del prodotto cosmetico elencati in ordine di concentrazione, per fare la sua scelta consapevole.
Energia e ambiente
27 Maggio 2016
Filtri Uv, nuova generazione è ‘‘nano’’

