Messi al bando con la legge del 2012, gli shopper di plastica usa e getta non si decidono a lasciare definitivamente il nostro mercato. Proprio in questi giorni a Torino i carabinieri hanno sequestrato 80 tonnellate di sacchetti non a norma mentre in Calabria e Sicilia, la Guardia di Finanza ne ha sequestrati oltre 200mila con multe fino a 1 milione e 800 mila euro. «Il messaggio è chiaro: c’è una guerra in corso con tutti quelli che inquinano e noi, per questa battaglia, utilizzeremo ogni strumento utile» commenta il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. La situazione più critica si registra nel sud Italia dove si arriva a punte del 60% di sacchetti non conformi alla legge. Nel nord Italia, infatti, spiega Massimo Centemero, direttore del Cic, Consorzio italiano compostatori, “la situazione è migliore perché lo shopper ha origine dalla grande distribuzione che fa molto riferimento a shopper bio per l’asporto merci. Nel centro sud Italia, invece, c’è una minor presenza della grande distribuzione e lì il dato è molto allarmante”. Un sacchetto a norma deve riportare la scritta ‘biodegradabile e compostabile’; la citazione dello standard europeo ‘UNI EN 13432’ e il marchio di un ente certificatore. La legge, dunque, c’è ma è chiaro che spesso non viene applicata, danneggiando non solo l’ambiente e i consumatori, ma anche il settore industriale della chimica verde. L’Italia, afferma Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente “è un paese che ha bisogno di far ripartire i poli chimici che sono in stato comatoso in giro per l’Italia. Questi poli chimici ripartiranno solo se si fa una nuova chimica, ossia la chimica verde quella che fa anche le bioplastiche, altrimenti rischiamo di far perdere un treno per far ripartire queste aree industriali che altrimenti rischieranno solo la desertificazione”. La filiera nera produce circa 40 mila tonnellate di plastica con una perdita per il settore degli shopper bio pari a 160 milioni di euro, 30 solo per evasione fiscale. E a denunciare questo racket ci pensa proprio Pietro Savastano, il superboss di Gomorra. In un cortometraggio Fortunato Cerlino, l’attore della serie tv, è il testimonial della campagna di Legambiente #UnSaccoGiusto che invita i cittadini a stare attenti e a segnalare l’illegalità.

