Memoria, studenti protagonisti alla Pucci
Cronaca
30 Gennaio 2019
Memoria, studenti protagonisti alla Pucci

di CAROLA MILANA

CIVITAVECCHIA – In occasione del Giorno della Memoria gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori civitavecchiesi sono stati ospiti all’aula Pucci per la visita del rappresentante della comunità ebraica Giacomo Moscati, colpito non solo dalla numerosa presenza degli studenti, ma anche e soprattutto «dalle loro parole – ha spiegato – questi ragazzi hanno dimostrato di aver capito lo spirito della Shoah». 
I ragazzi delle classi III e IV del Marconi hanno letto ed interpretato dei testi dal libro di Cesare Israel Moscati sul quale hanno lavorato in queste settimane. 
«La giornata della memoria venne stabilita al 27 gennaio in ricordo delle truppe dell’Armata Rossa che liberarono il campo di concentramento di Auschwitz – ha ricordato il sindaco Cozzolino – per far si che una cosa simile non accada più bisogna che ognuno faccia la sua parte attivamente, non solo nel ricordare». 
Moscati ha quindi raccontato la deportazione degli ebrei da Roma ed il loro sterminio, spiegando che della sua famiglia solo il padre e lo zio riuscirono a scappare. 
«La Shoah è stato qualcosa di irripetibile – ha aggiunto – morti 6 milioni di ebrei, mezzo milione di zingari, circa 2mila carabinieri, preti che si sono sacrificati, alienati mentali, omosessuali e personaggi importanti, alcuni morti in camere a gas, altri di freddo e altri ancora per mancanza di cibo e per il troppo lavoro». 
“I giovani sono il vero futuro ed è importante la loro partecipazione attiva a questi eventi’’ ha quindi sottolineato Roberta Galletta, la quale ha evidenziato i collegamenti che Civitavecchia ha ed ha avuto con il mondo ebraico. 
La mattinata si è chiusa con la deposizione di una corona alla lapide degli ex internati e una nella porzione riservata alla comunità ebraica all’interno del cimitero monumentale, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, con il vice sindaco Daniela Lucernoni che ha ricordato come «chiunque provasse a dare il suo aiuto veniva deportato e spogliato di ogni cosa, veniva – ha concluso – tolto il proprio essere persona». 

 

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