Usi civici: scontro interno all'Agraria
Amministrazione
13 Dicembre 2019
Usi civici: scontro interno all'Agraria

CIVITAVECCHIA – “La questione degli usi civici sarà discussa con la massima serietà e competenza, lo stesso stile con il quale sono stati affrontati tutti i temi finora gestiti”. Parola del presidente Daniele De Paolis che, allla luce della richiesta di cinque consiglieri di convocare un Cda sulla questione usi civici da svolgersi in una sede ampia, tale da poter ospitare cittadini ed istituzioni interessate, ha declinato l’invito. “L’Assemblea richiesta si terrà nei luoghi deputati e sarà convocata con la sollecitudine del caso – ha spiegato il presidente – il problema interessa in maniera seria molti cittadini, ed è per questo auspicabile che si esca fuori al più presto da questo circo mediatico e ci si rimbocchi le maniche per affrontare tutti assieme ogni possibilità di rapida e conveniente soluzione. L’Università Agraria di Civitavecchia ha fino ad oggi operato sulla base della Legge e nel rispetto delle direttive impartite in materia dalla Regione Lazio. Chi ha temi da rivendicare o soluzioni da proporre – ha concluso De Paolis – può rivolgersi anche direttamente agli uffici della Regione Lazio ed al Commissariato sugli Usi Civici”. 

“Il rispetto delle norme statutarie e degli organismi di indirizzo e controllo dovrebbe essere la linea guida di ogni amministratore e non solo quando si emettono improbabili comunicati stampa”. Inizia così la replica a firma di Erminio Pepe e di Stefano Godani al comunicato dei vertici dell’Università Agraria. “La richiesta di convocazione del Consiglio d’Amministrazione sottoscritta da 5 consiglieri è stata predisposta nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 8 comma 4 dello Statuto universitario che prevede, in capo al presidente, l’obbligo di convocazione dell’organismo entro un termine non superiore ai 20 giorni”. Una richiesta di consiglio che a giudizio dei vertici dell’Ente nasconderebbe la ricerca di visibilità da parte dei proponenti che, al contrario, ribattono a questa accusa. “L’intento non è la ricerca di visibilità o l’abbandono della tutela dei beni pubblici, al contrario – hanno chiarito Pepe e Godani – vogliamo far chiarezza su una vicenda che, dopo le recenti sentenze, appare molto meno chiara del dovuto. Una mancanza di chiarezza che potrebbe non giustificare le posizioni dell’Ente stesso e che potrebbe portare gli amministratori a rifondere personalmente ed in solido, dei danni eventualmente arrecati ai cittadini. Se c’è da chiarirsi le idee il luogo deputato è il CdA che però i vertici dell’Ente non vogliono convocare (da agosto ad oggi non è stato mai convocato violando magari le norme Statutarie alle quali oggi fanno riferimento. Visto che a viale Guido Baccelli sembrano molto attenti alle norme dello Statuto vigente, magari in sede di CdA, non sarà loro difficile rispondere ad una serie di interrogativi circa le azioni (e le omissioni) poste in essere dal Comitato Esecutivo che, ad oggi, sembrerebbero quantomeno meritevoli di approfondimento”.

Un consiglio quindi che si sente sempre più spesso esautorato dalla proprie competenze. Al di là di dove verrà convocato il consiglio saranno comunque tanti gli argomenti sui quali dovranno risposte esaustive. 

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