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    Cronaca
    28 Gennaio 2020
    La conferma nel piano nazionale integrato per l’energia ed il clima Addio al carbone: da obiettivo perentorio a target potenziale

    È stato inviato nei giorni scorsi alla Commissione Europea, dopo un anno di lavoro, il piano nazionale integrato per l’energia e il clima dove viene confermata, di fatto, la difficoltà di mantenere l’obiettivo decarbonizzazione al 2025. Ad esempio, la Germania ha previsto l’uscita definitiva entro il 2038, ma già alla fine di dicembre verranno chiuse le otto centrali più obsolete. In arrivo una pioggia di miliardi per i gestori degli impianti sotto forma di risarcimento per spese e mancati introiti. Nel documento eleborato dall’Italia, la “carbon exit” viene vincolata alla realizzazione di una serie di infrastrutture, prime fra tutte nuovi elettrodotti, che necessitano di iter autorizzativi particolarmente lunghi. Peraltro, nello stesso piano, si è passati dall’iniziale “l’Italia ritiene di uscire dal carbone entro il 2025” al definitivo “l’Italia intende uscire dal carbone entro il 2025”. Una volontà, quindi, più che un obbligo, come riportato anche dal “Sole 24 Ore”, dove viene sottolineato come “la decarbonizzazione delle centrali non appare più un obiettivo perentorio, ma un target potenziale, vincolato ai tempi burocratici e tecnici dei nuovi investimenti nel settore elettrico”. E che, al di là delle lungaggini che potrebbero caratterizzare le diverse fasi autorizzative, i tempi non si annuncino particolarmente brevi, viene confermato dal fatto che il piano dovrà essere adesso approvato dalla Commissione Europea entro il mese di giugno, per poi diventare operativo dal 1 gennaio del prossimo anno. Ossia nel 2021. In quattro anni, quindi, l’Italia e la sua burocrazia dovranno essere pronti a passare dal carbone a nuove forme di energia. La strada sembra essere piuttosto lunga.