LADISPOLI – Coda chilometrica. Attesa anche di due ore per poi essere costretto a fare dietro front e a tornare a casa senza aver raggiunto l’obiettivo. È quanto è capitato a diversi ladispolani questa mattina. La destinazione: l’isola ecologica comunale di via degli Aironi. Obiettivo: disfarsi dei propri rifiuti. Con l’emergenza sanitaria nazionale e l’avvio della fase 2 l’isola ecologica però al momento lavora a forza ridotta. Dalle 7 alle 11 e dalle 15.30 alle 17.30 il lunedì, mercoledì e venerdì. Insufficienti, a quanto pare ad accontentare i tanti cittadini rimasti a bocca asciutta. Una situazione che ha mandato in tilt il traffico su via Roma dove è stato necessario l’intervento delle guardie ambientali per garantire la sicurezza. A rendere paradossale la situazione, l’avvio già durante l’emergenza del ritiro gratuito a domicilio, da parte della ditta che si occupa del servizio di igiene urbana, di sfalci e potature e degli ingombranti, previsto nel nuovo contratto del servizio e che certamente in una situazione del genere (con l’emergenza sanitaria ancora in corso) certamente avrebbe dovuto aiutare i cittadini a disfarsi dei rifiuti. Ma a quanto pare in molti ancora preferiscono il “viaggio in auto”, tanto che il Comune è tornato a ribadire come l’isola ecologica «deve essere utilizzata solo in caso di effettiva ed indifferibile necessità, rispettando tutte le misure di sicurezza. L’accesso è consentito a un solo utente per volta che non potrà sostare all’interno per un tempo superiore al necessario per svolgere il conferimento entro e comunque non superiore a 20 minuti. Per accedere al centro raccolta – hanno ribadito da palazzo Falcone – è indispensabile rispettare le misure di sicurezza e cioè: evitare assembramenti, mantenere la distanza interpersonale non inferiore ad un metro; attendere il proprio turno rimanendo all’interno del veicolo a motore spento senza intralciare il transito della strada di accesso. I rifiuti devono essere conferiti già differenziati presso la propria utenza non eccedendo nel limite quantitativo consentito dal regolamento».

