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    Porto
    15 Maggio 2020
    “Il porto di Civitavecchia non deve morire”: tre proposte di Fit-Cisl

    CIVITAVECCHIA – Cercare di cogliere l’occasione per puntare su una riorganizzazione del porto che preveda il potenziamento del traffico merci e una più efficace ripresa della crocieristica. È questa la sfida che lancia la Fit Cisl, preoccupata per il futuro dello scalo, anche alla luce dell’assenza di aiuti specifici per Civitavecchia nel Dl Rilancio. Azzerato il settore delle crociere, questo può e deve essere per il sincadato un momento di ripartenza vera: se il porto diventasse una vera e propria “finestra” commerciale sul mondo, se le sue attività venissero potenziate in un’ottica intermodale, i benefici sarebbero enormi, non soltanto per il tessuto produttivo del territorio, ma per quello del sistema Paese.”L’auspicio, in primis, è che il Governo prenda atto dell’attuale situazione di criticità ed elabori provvedimenti specifici per Civitavecchia – ha spiegato il segretario Fit Cisl Lazio Marino Masucci – inoltre è necessario un “patto di rete”: un’alleanza tra tutti i soggetti interessati che ponga fine a ogni polemica sterile e spinga, come non mai, su un’azione coordinata e pragmatica. Sarebbe utile riproporre il cosiddetto ‘modello Genova’, e sbloccare un iter di facilitazione amministrativa per lo sblocco dei cantieri e proseguire l’importante  processo avviato per la costituzione di una zona logistica semplificata”. Il sindacato ha quindi stilato una serie di proposte per il rilancio dello scalo, basate su tre punti. “Innanzitutto, va potenziata l’impiantistica marittima – sottolinea ancora Masucci – si deve implementare la capacità di movimentazione delle merci, e la capacità di stoccaggio e smistamento portuale e retroportuale: tra il 2011 e il 2018 il volume dei prodotti che hanno attraversato il Canale di Suez è cresciuto del 42%, quello del sistema portuale italiano di un mero 2%. Serve l’ampiamento della darsena per lo stoccaggio della merce in arrivo e in partenza, l’eventuale potenziamento dell’estensione di interporto e retroporto e l’utilizzo di nuove tecnologie, quali ICT/Internet of things. Il secondo punto è conseguente al primo, e riguarda lo sviluppo della  rete di collegamento terrestre. È imprescindibile il potenziamento delle infrastrutture e del cosiddetto “ultimo miglio” ferroviario, così come il completamento dei 18 chilometri della Orte-Civitavecchia e il collegamento con Pomezia e Latina. Abbiamo riscontrato positivamente una convergenza su questi punti con il sottosegretario ai Trasporti, Salvatore Margiotta, nel corso di un recentissimo dibattito sul futuro del porto. Il terzo e ultimo punto, ma non per ordine di importanza, riguarda  la nuova occupazione e qualità del lavoro. Sono numerosissime le innovazioni tecnologiche riguardanti le attività portuali: proponiamo dunque l’istituzione di una cabina di regia tra AdSp, sindacato e associazioni datoriali – ha concluso il sindacato – che ci permetta di anticipare i bisogni formativi dei dipendenti, intercettare le novità nel settore e collaborare con istituti scolastici e Atenei per un adeguato inserimento professionale nel comparto”.