Sono circa mille i nuclei familiari raggiunti in questi mesi dagli aiuti messi in campo da Croce rossa italiana, Protezione civile e Comune, tra buoni spesa e pacchi alimentari. Cifre che forniscono la reale proporzione del disastro sociale a cui stiamo andando incontro, strettamente legato alla crisi scaturita dall’emergenza sanitaria e dalle misure di lockdown. Basta una visita al Polo d’emergenza allestito a Fiumaretta per rendersi conto della grandezza del problema e dell’enorme macchina di solidarietà che in questi mesi è stata messa in moto. Box, magazzini, container (di cui uno anche frigo) e tende per lo stoccaggio. Volontari in azione fino a 12 ore al giorno per cercare di fare fronte ad una crisi enorme. Oltre la centralina telefonica dove i volontari raccolgono le richieste di aiuto dalle 9 alle 12 ci sono diverse sezioni. Tutti i beni devono essere stoccati per tipo e le donazioni preparate e divise nei pacchi alimentari e di beni di prima necessità, anche prodotti igienici, che dovranno poi essere consegnati dai volontari della Cri alle famiglie. Un lavoro stremante per le decine di volontari che però hanno permesso a Civitavecchia di reggere l’urto dell’emergenza. «Ognuno di noi ha un compito diverso – ha spiegato Ornella Miranda (Cri) – c’è chi si occupa delle consegne, chi del magazzino, chi del container dove stipiamo le donazioni di frutta, verdura, carne e pesce». Anche pane fresco, circa 100 pezzi al giorno grazie alla generosità di diversi esercizi cittadini, e pacchi igienici o per bambini. Verso le 12 poi alcuni volontari della Cri fanno il giro dei supermercati cittadini dove è attiva la raccolta di generi alimentari per i bisognosi. Ora che l’emergenza sanitaria sta lentamente rientrando anche le donazioni iniziano a diminuire ma fortunatamente c’è ancora tanto grazie alla generosità di cittadini e aziende del territorio. «Continuiamo a ricevere richieste di pacchi alimentari – ha spiegato il presidente del comitato locale della Cri Roberto Petteruti – dalle 20 alle 40 al giorno e questo ci preoccupa perché ci fa capire che ci attendono mesi davvero duri dal punto di vista dell’emergenza sociale». Inizialmente c’è stata una fase davvero critica «sono arrivati tanti generi, ora si è tutto un po’ attenuato e c’è meno lavoro ma nei primi tempi sono arrivati anche tir pieni di frutta – ha continuato Miranda – e siamo arrivati a consegnare più di 60 pacchi alo giorno». Anche per Giusy Di Marco, volontaria Cri, quella iniziale è stata la fase più dura: «Siamo arrivati a lavorare anche 12 ore al giorno e ci sono state giornate davvero critiche in cui abbiamo consegnato anche 70 pacchi ma ci sono state tante donazioni e questo ha mostrato il bello della città». Dopo le 13 i volontari fanno il giro del mercato dove raccolgono le donazioni dei commercianti. «Le richieste ci sono ancora – ha continuato Di Marco – perché si sta ripartendo ora e servirà tempo». Ma la Cri è stata attiva anche in altri campi. Ad esempio si è occupata dell’accoglienza nelle tensostrutture del San Paolo, indirizzando gli utenti nei differenti percorsi messi in atto per evitare la diffusione del covid. I volontari ora si stanno occupando anche della misurazione della temperatura all’ingresso del tribunale. Ci sono stati anche servizi in porto con la misurazione della temperatura ai passeggeri delle navi. È stato anche prolungato il protocollo per l’emergenza freddo in modo da poter fornire accoglienza e pasti ai senza fissa dimora ed evitare che rischiassero di contrarre il virus. «Al momento – ha detto Petteruti – stiamo cercando di capire quale sia effettivamente l’esigenza e su quali famiglie concentrarsi. Oggi (ieri, ndr) è uscito il terzo bando per i buoni spesa e medici. Nonostante ci sia stato un calo di richieste, ricevere dalle 20 alle 40 chiamate al giorno è comunque grave. Abbiamo avuto un incontro con l’assessore ai Servizi sociali Riccetti per cercare di capire gli sviluppi futuri ma sicuramente la parte sociale ci preoccupa perché si sta ripartendo a singhiozzo e temiamo che tutto il 2020 sarà così e dobbiamo comprendere come intervenire. In questo periodo ci sono stati oltre 3mila interventi e sono stati consegnati circa 40mila chilogrammi di cibo alle famiglie e parliamo soprattutto di generi di prima necessità. È importante che si pensi ad una soluzione definitiva – ha concluso Petteruti – con una struttura permanente per far fronte ad emergenze come questa».


