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    15 Luglio 2020
    NUOTO Il tritone civitavecchiese, oro nei 100 dorso ai Mondiali giovanili del 2006 ed ex capitano dell’Italia senior, annuncia il ritiro
    Damiano Lestingi, una carriera da incorniciare
    Il nuotatore: «Quando smetti resta l’uomo, non l’atleta. Soddisfatto del mio percorso»

    Dopo una strepitosa carriera a livello giovanile, il cui picco più alto è stato toccato nel 2006 a Rio de Janeiro con l’oro nei 100 metri dorso, e un percorso da senior di tutto rispetto, il nuotatore civitavecchiese Damiano Lestingi annuncia il ritiro.Belle e significative le sue parole: «Oggi smetto. Dopo una vita a nuotare, oggi è arrivato l’epilogo, il mio. Mi vengono in mente mille pensieri, mille emozioni da esprimere ma niente è più semplice e totalizzante come un “grazie”. Grazie a miei genitori che hanno sacrificato molto del loro tempo; al mister De Santis, che mi ha cresciuto dall’inizio alla fine della mia carriera; al mio club, il Circolo Canottieri Aniene col dirigente Gianni Nagni, uomo di spiccata umanità ed elevata professionalità. Alla Coser Nuoto di Civitavecchia, una seconda casa. Grazie alle generazioni che ho visto natatoriamente crescere, ho conosciuto persone fantastiche. Ho avuto la fortuna di nuotare ed essere il capitano della squadra più forte mai esistita in Italia, ho nuotato con gli atleti più veloci al mondo, ma stimandoli per ciò che sono e non per quante medaglie hanno vinto. Ma non starò qui a scrivere un bilancio della mia carriera. Ho vinto questo, ho perso quest’altro. No, non mi interessa. Importa solo sapere cosa provo oggi, come e cosa sono diventato. A 31 anni, dopo 28 passati in piscina ho capito che non è la gara ciò che conta. Quella è solo un punto di arrivo. È essenziale il percorso. Crescere con obiettivi giornalieri, cadere, rialzarsi, soffrire, sacrificarsi, vincere, gioire, riflettere su ogni lato del proprio carattere, limarlo, capire cosa si vuole dalla vita. Queste sono le cose che interessano. Potrete vincere molto ma senza mai crescere. L’importante è una cosa, una sola: lo sport è e rimarrà sempre una parentesi importante della propria vita. Ma quando si chiuderà, è l’uomo quello che resta, non il campione».