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    Porto
    17 Luglio 2020
    Porto di Civitavecchia, partito il nuovo traffico di Css
    Il presidente dell'Adsp Di Majo rassicura sulle condizioni di sicurezza e lancia l'ipotesi di utilizzare la navigabilità del Tevere per ridurre l'impatto sulla mobilità stradale. I dubbi del consigliere regionale della Lega Giannini

    CIVITAVECCHIA – È iniziato, presso la banchina 24 del porto di Civitavecchia, un nuovo traffico in esportazione di CSS, ossia di combustibile solido secondario proveniente dalla selezione meccanica dei rifiuti. Le operazioni di imbarco del carico, arrivato via terra, hanno preso avvio mercoledì con l’arrivo in porto dell’unità navale “Else” e termineranno nella giornata di domani. In generale, la destinazione delle unità navali è verso i porti del nord Europa, con particolare riferimento a Paesi quali la Danimarca, la Svezia e la Germania. I rifiuti selezionati ed imballati ed appartenenti alla categoria “non pericolosi” provengono da soggetti imprenditoriali della Regione Lazio. Le operazioni di imbarco sono svolte dalla Impresa Portuale di Civitavecchia (IPC), mentre il traffico commerciale è gestito dall’agenzia marittima Revello.

    Le ecoballe vengono scaricate direttamente in banchina

    “Le tonnellate movimentate, a regime – spiega il Presidente dell’AdSP, Francesco Maria di Majo – dovrebbero attestarsi intorno alle 2500 mensili, con una frequenza parimenti mensile di arrivo dell’unità navale. Ma il quantitativo potrebbe crescere con l’ingresso di ulteriori operatori commerciali che, da tempo, hanno avviato le istanze a questa amministrazione. Caricata su mezzi pesanti, la merce arriva in sacconi di ecoballe già confezionate, con almeno otto strati di filmatura che la rendono assolutamente non percolante. Così compattata, è, inoltre, preservata da qualsiasi tipo di urto o danneggiamento fortuito. Di concerto con le amministrazioni interessate, stiamo valutando la possibilità di ridurre l’impatto sulla modalità stradale per i connessi fattori di rischio quali la sinistrosità e l’inquinamento da idrocarburi. Una possibilità potrebbe essere offerta dalla navigabilità del Tevere con imbarcazioni (bette-chiatte) in grado di trasportare piccole ma significative quantità di CSS e raggiungere il nostro scalo con il successivo attraversamento del tratto marittimo da Fiumicino/Ostia ed operare, in transhipment, nel porto di Civitavecchia. L’esecuzione tecnica ed operativa delle operazioni portuali di imbarco, nonché il più elevato standard di vigilanza e controllo sulla nuova tipologia merceologica, tengo a sottolineare – ha concluso Di Majo – sono assicurate dal gruppo di lavoro tecnico (AdSP, Capitaneria di Porto, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato,  Asl, Vigili del fuoco, Chimico di porto, comando Carabinieri Forestali), che è stato appositamente costituito e che ha emanato le linee guida sulla modalità di svolgimento delle attività di introduzione e caricamento del CSS”.

    Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale della Lega Daniele Giannini. “Ciò che desta maggiore preoccupazione – aggiunge – è che non sia stata coinvolta l’amministrazione Tedesco e che, per trasportare il combustibile, il presidente dell’Autorità abbia chiesto ai destinatari della lettera di valutare anche la possibilità di navigare il Tevere per ridurre i rischi legati all’inquinamento e agli incidenti stradali”.“Data la delicatezza della vicenda, chiederò al presidente della commissione ambiente Cacciatore – conclude Giannini – di convocare in audizione tutti i soggetti coinvolti, affinché gli enti competenti assumano la regia delle operazioni, garantendo che il trasporto dei rifiuti verso i porti del nord Europa avvenga salvaguardando l’ambiente, la sicurezza di chi percorre la rete stradale regionale e la salute dei cittadini di Civitavecchia”.