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    Cronaca, Lettere
    23 Luglio 2020
    “Guerra delle sedie” al Ghetto, Civitavecchia c’è non ci sta e puntualizza
    "Non siamo mai stati interessati ne mai lo saremo, alla 'guerra delle sedie'. Riteniamo fondamentale il rispetto dei diritti di tutti i concittadini"

    CIVITAVECCHIA – Le ‘serate trasteverine’ nel centro storico civitavecchiese favorite dal clima notturno temperato che invita a trascorrere qualche ora all’aria aperta, ovviamente tenendo sempre bene a mente il rispetto delle norme anticovid, hanno ingenerato nei giorni scorsi qualche turbolenza per via dell’invasione in zona di tavolini e sedie in ogni dove, che non lascerebbero in alcuni casi neanche lo spazio per una tranquilla passeggiata a piedi. Qualche giorno fa la ‘diatriba’ avrebbe visto, tra gli altri (anche molti residenti in verità si sono lamentati del fenomeno), protagonista l’associazione Civitavecchia c’è, che sulla questione intende puntualizzare la propria posizione.

    “L’art. 18 della Costituzione sancisce il diritto all’Associazionismo e ne evidenzia le necessità. ‘Civitavecchia c’è’ – evidenziano dall’associazione – si è costituita 23 anni fa nel rispetto del suddetto diritto. Da circa 20 anni ha stabilito la propria sede in via Luigi Cadorna n.2 in un locale regolarmente affittato, da circa 19 anni senza alcun tipo di problema, vivendo in santa Pace con tutti nel rispetto delle diverse esigenze.Nella nostra sede abbiamo visto nascere l’U.N.V.S.(Unione nazionale veterani dello sport), il comitato di S.Antonio, la ‘rete delle associazioni’, ecc. creato eventi, organizzato feste,premiazioni,presentando libri e manifestazioni d’ogni genere con la partecipazione  dei migliaia di concittadini, politici di notevole caratura,sportivi anche campioni del mondo, direttori tecnici di Nazionale,presidenti di società e federazioni. Da sempre sviluppiamo attività politica, dibattiti, istanze, promuoviamo incontri e partecipiamo ad elezioni istituzionali. Non siamo mai stati interessati ne mai lo saremo, alla ‘guerra delle sedie’ come hanno titolato alcuni giornali. Le poche sedie che usiamo nello spazio antistante il nostro ingresso, per meno d’un paio d’ore al giorno, neanche in continuità e che comunque sempre prima delle ore 20 vengono tolte. Il tutto non merita attenzione e ci sembra artamente creato per arrivare ad altri obiettivi. Ritornando alla ‘guerra delle sedie’ o arredi urbani esterni  – dehors – o presunti tali, sappiamo che esiste ma che non riguarda la nostra associazione mentre piuttosto riguarda la mancanza da tanti anni, di adeguate regole che da tempo provocano polemiche, demolizioni, multe e denunce. Comunque, sempre ad onor del vero, un regolamento esiste, redatto nella precedente gestione amministrativa,con la partecipazione degli assessorati al Commercio, ai Lavori Pubblici,la Polizia Locale ed altri uffici competenti che però sembrerebbe non aver risolto i tanti problemi, in special modo quelli collegati all’autorizzazione paesaggistica della regione Lazio. Un regolamento ripetutamente ed aspramente criticato dall’attuale amministrazione comunale, che però anziché revocarlo e procedere alla redazione di uno nuovo, in seguito alla proposta dell’allora Assessore all’Urbanistica Sandro De Paolis, ha preferito allungare i termini di scadenza delle strutture esistenti rimandone la definizione dell’intero problema. Sarebbe opportuno invece anche cercare di capire perché il regolamento dei pentastellati è stato realizzato con il supporto di tanti soggetti esperti del settore mentre le successive modifiche prima proposte e poi votate in Consiglio Comunale da un assessorato che non eccelle per competenza in materia. Comunque la nostra sensibilità ed i valori ‘fondanti’ dell’associazione ‘Civitavecchia c’è’ non ci permettono di non tenere in debito conto l’attuale situazione di crisi dovuta alla pandemia  in atto. Non ci sappiamo spiegare come nonostante le raccomandazioni delle massime autorità politiche e sanitarie che prescrivono di stare in spazi aperti, ai nostri associati viene chiesto di stare ‘al chiuso’. Pertanto, a parte le minacce delle quali faremo partecipi ‘chi di dovere’, il palese tentativo di delegittimazione, riteniamo indispensabile un nuovo ‘patto sociale’ che veda al centro lo sviluppo delle attività commerciali, all’insegna della leale concorrenza e di ‘pari opportunità’ ma anche nel pieno rispetto dei diritti di tutti i concittadini”.