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    Economia e Lavoro
    4 Agosto 2020
    Il Ponte San Giorgio (ex Morandi) torna nelle mani della società Autostrade

    ROMA – In molti si chiederanno come mai dopo gli annunci in pompa magna del governo di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia sul ponte di Genova, con Conte, Di Maio, Toninelli e il M5S tutto che avevano tuonato contro Autostrade e data la revoca come imminente, oggi tutti i media hanno annunciato il ritorno nelle mani della medesima società che gestisce le reti autostradali italiane del ponte San Giorgio appena inaugurato.

    ”Sono passati due anni dalla tragedia – rimarca Primo Mastrantoni, segretario Aduc – e due governi, Conte1, con il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli (M5S), e Conte2, con la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli (PD), e siamo all’impasse. E’ necessario, ancora, valutare il modello tariffario, poi si dovrà sentire il parere dell’Avvocatura di Stato, poi quello dei vari organismi tecnici, dal Cipe alla Cassa depositi e prestiti ma, soprattutto, c’è un problema che si chiama manleva, che possiamo tradurre in esonero della responsabilità”.

    Il segretario Aduc, per comprendere meglio la situazione, spiega che la Cassa depositi e prestiti (Cdp) è una società controllata all’83% dal Ministero dell’Economia, in pratica è una istituzione pubblica. La Cdp dovrebbe entrare nel capitale di Autostrade, il che significa lo Stato dentro Autostrade.

    “Ma chi assumerà – osserva Mastrantoni – la responsabilità penale e civile della rete autostradale dopo quello che è successo al ponte Morandi? La Cdp, cioè lo Stato, vorrebbe essere sollevata da tale responsabilità ma Atlantia, che controlla Autostrade, non è d’accordo. Insomma, tutto è fermo dopo due anni e due governi, però siamo ‘un popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori e di trasmigratori’. Basta crederci”.