ALLUMIERE – “Il covid 19 esiste non è un’invenzione del governo o di qualche informatico: seguite i consigli, rispettate le normative. È una brutta bestia dura da sconfiggere, non abbassate la guardia”. Questo il forte monito di Alvaro Monaldi, l’allumierasco colpito nei mesi scorsi dal covid. Monaldi oggi si dice “rammaricato dalla superficialità della gente che non capisce che il covid è tremendo e che bisogna fare estrema attenzione”. Alvaro Monaldi, impiegato della Csl, assessore dell’Università Agraria, membro dell’attivissimo gruppo Eureka e dell’Allumiere calcio, ha scritto un post su fb che ha colpito tutti e anche oggi apre il suo cuore ai nostri lettori “per far aprire occhi e mente alla gente”. ”Non volevo dire nulla sulla mia triste esperienza, ma ho letto e sentito troppe cavolate quindi – sottolinea Monaldi – ho deciso di scrivere e di parlare con l’auspicio che le mie parole possano aprire la mente a qualcuno”. Monaldi racconta la sua storia che fa rabbrividire e fa comprendere non solo la pericolosità di questo virus, ma anche le emozioni, la paura durante la malattia e la forza di volontà che ha spinto Alvaro a reagire e a lottare. Alvaro con questa testimonianza dà voce a tutti coloro che non hanno potuto o voluto parlare. La sua voce è quella di tanti che, come lui hanno vissuto l’inferno del covid e che oggi non digeriscono le bugie sul covid e la superficialità con cui molti stanno affrontando questo momento in cui ci dovrebbe essere massima allerta. “Sono andato allo Spallanzani per una semplice tac di controllo – racconta Alvaro – dopo un’ora è venuto il medico e mi ha detto: “Alvà un polmone è preso: se non facciamo qualcosa rischi di non farcela”. Ecco in quel momento ho capito che siamo inutili, la vita mi è passata davanti in un secondo. In poco tempo mi hanno messo in terapia intensiva per 10 giorni in una piccola stanza, solo, senza tv nè cellulare. Guardavo il soffitto, pregavo non so quale Dio per la paura di non farcela dopo aver perso 13 kg e vedendo il mio corpo piegarsi. Il medico, un giorno in cui ero particolarmente impaurito e affranto, mi ha detto: “Alva’ non ti lamentare perché nella stanza accanto ci sta un ragazzo di 19 anni che sicuramente non ne esce”. Questo momento è stato fondamentale per me perchè mi è scattata la scintilla: da quel momento è iniziata la mia lotta e la mia risalita. Dopo un mese di ospedale e 30 giorni di convalescenza dentro casa ne sono uscito. Perché sto raccontando questo solo ora? Perché il covid 19 esiste eccome e non è un invezione del governo o di qualche informatico. È pericoloso e micidiale bisogna in tutti i modi mantenere la massima sicurezza. Dobbiamo assolutamente seguire i consigli e rispettate le normative. Credetemi è una brutta bestia dura da sconfiggere, vi prego non abbassate la guardia. Vorrei fare un ringraziamento speciale al dottor Mauro Mocci che mi è stato vicino come un angelo; grazie a tutto il paese per i tanti sms, ai miei famigliari e a tutti gli amici. Oggi il mio pensiero va alla mia famiglia e ai miei amici che hanno sofferto per me, ma va soprattutto a quel ragazzo di 19 anni che era nella stanza accanto alla mia e che è stato la mia ”scintilla”: non so il suo nome, ma spero che ne sia uscito anche lui più forte di prima. Ciao ragazzo”.

