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    Cronaca
    25 Agosto 2020
    Patteggiamento, AIFVS Onlus: “Da rimodulare l’istituto sugli omicidi stradali’

    ROMA – Casi di patteggiamento in aumento nei tribunali del 10,1% per omicidi stradali, è il dato statistico che emerge nel procedimento speciale sempre più attuale nei processi italiani, che sta creando scompiglio nei familiari delle vittime della strada.

    “In effetti, – evidenzia il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti – il patteggiamento disciplinato dall’articolo 444 del codice di procedura penale concede l’opportunità all’indagato di ottenere una pena pecuniaria (diminuita di un terzo) o una pena che prevede una detenzione massima di 5 anni (reclusione o arresto) o una sanzione sostitutiva. Ad avanzare la richiesta può essere anche il Pubblico Ministero. Molti gli aspetti negativi correlati alla misura, con l’accettazione del patteggiamento, vengono favoriti gli interessi degli assassini della strada, i quali ricevono una condanna senza lo svolgimento fattivo di un processo e, quindi, senza permettere alla famiglia della vittima di esternare il suo dolore in Tribunale. Inoltre, la parte offesa non può chiedere il risarcimento pecuniario in sede penale ed è costretta a ricorrere alla fase successiva civile, la quale può perdurare diversi anni. Qualora si seguisse l’iter giudiziario penale, è prevista una quota provvisionale.

    Bisogna anche precisare che se la condanna patteggiata è inferiore ai due anni, essa non risulterà iscritta sul casellario giudiziale dell’imputato, grazie al beneficio della non menzione. Il patteggiamento con concorso di colpa ipotizzato per una vittima che non può difendersi è incostituzionale. Noi ci stiamo battendo ed arriveremo anche in Cassazione. Dobbiamo dare la possibilità anche a chi è morto di difendersi. Il procedimento con patteggiamento, la cui chiusura avviene nella maggiore dei casi anche in meno di 24 ore e che sottende inappellabilità, si svolge in camera di consiglio con udienza senza pubblico. Chi chiede patteggiamento nella maggior parte dei casi è un imputato cosciente della sua colpevolezza, che rischia una pena più grave di quella che potrebbe ricevere in un processo ordinario, che evita così costi aggiuntivi legati alla parcella da corrispondere al proprio avvocato. La fortuna è che ci siano ancora giudici che respingono le richieste di patteggiamento, ritenendo troppo gravi i comportamenti tenuti dagli autori degli omicidi stradali, spesso sotto effetto di sostanze stupefacenti, al cellulare, ubriachi e irrispettosi dei limiti di velocità. In altri casi, grazie ai nostri interventi siamo riusciti a farli riflettere. Lo abbiamo ribadito più volte, si tratta di una mancanza di rispetto nei confronti della vittima. Con il patteggiamento crediamo che il messaggio che passa è che in Italia si può uccidere un essere umano senza ricevere una pena che possa rendere giustizia alle vittime ed alle loro famiglie condannate all’ergastolo del dolore”.

    In questa fase storica, l’A.I.F.V.S. Onlus, il responsabile della sede Aversa ed agro aversano Biagio Ciaramella, che sta affrontando un delicato caso di omicidio stradale, ha incontratoil Sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferrarese, presso il Ministero competente in Roma. “Alle nostre perplessità inerenti il patteggiamento – osserva Ciaramella – il sottosegretario ha sottolineato che, in tal senso, i lavori sono in corso”.