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    Porto
    1 Settembre 2020
    ADSP Nessun ripensamento, il segretario generale non ritira le dimissioni e chiede il rispetto dell’accordo
    Macii a casa, bufera su Di Majo
    Da oggi l’ente è senza guida operativa. Il comitato di gestione scrive al Mit sul presunto danno erariale. Commissariamento in vista ?

    CIVITAVECCHIA – Da questa mattina Roberta Macii non è più segretario generale dell’Adsp.

    A nulla è servito l’invito del comitato di gestione portuale, ed in particolare del comandante del porto Francesco Tomas, a cercare una ricomposizione del rapporto tra il presidente Francesco Maria Di Majo e la stessa alta dirigente toscana, che da ieri sera è tornata a casa, a Piombino.

    Prima però, di fronte al silenzio del presidente – che nel frattempo, con l’ente allo sbando e di fatto senza la
    governance
    operativa, ha pensato bene di prendere una settimana di ferie – Macii ha nuovamente preso carta e penna e ha scritto a Di Majo e al Comitato di Gestione che visto che il numero uno di Molo Vespucci ha ritenuto di proseguire sulla sua strada, non tornando sui suoi passi, le dimissioni sono confermate ed entro il 30 settembre pretende che quanto sottoscritto nell’accordo transattivo venga rispettato. Ossia, che l’authority versi gli oltre 50.000 euro pattuiti e già definiti illegittimi dal collegio dei revisori dei conti.

    Insomma, quello che a prima vista sembrerebbe un successo di Di Majo, che da mesi cercava il modo di liberarsi dalla sua segretaria generale, in realtà rischia di diventare non solo una vittoria di Pirro, ma l’inizio della fine per lo stesso presidente, il cui mandato scadrebbe a fine novembre.

    Oggi stesso, infatti, i componenti del comitato di gestione, come anticipato nella seduta della scorsa settimana, invieranno al ministero vigilante, il Mit, tutti gli atti che ricostruiscono la vicenda culminata con le dimissioni di Roberta Macii e l’accordo economico, che – secondo un parere praticamente unanime non solo dei membri del comitato, ma di chiunque abbia avuto modo di leggere le carte o anche solo di avere la fedele ricostruzione dell’accaduto – costituisce un danno erariale, perseguibile dalla Corte dei Conti, che già sull’Adsp di Civitavecchia ha più di un riflettore acceso.

    Resta quindi da vedere chi si assumerà la responsabilità di firmare gli atti per la variazione di bilancio necessaria al pagamento della transazione.

    L’alternativa è che l’ente non paghi quanto concordato, oppure – ipotesi molto più remota – è che il presidente si assuma ogni onere e responsabilità in prima persona.

    Ma nonostante tutto, non è questo lo scoglio principale per Di Majo: il motivo di commissariamento è stato anche questo di fatto già indicato dai revisori dei conti, che entro metà settembre hanno chiesto gli atti per l’assestamento di bilancio, previsto per legge entro fine settembre.

    E non pare proprio che il presidente abbia margini di manovra per evitare quello che ormai – di fronte anche a un default tecnico dell’ente già certificato dal segretario generale e dal dirigente del bilancio – appare come un atto dovuto da parte del ministro De Micheli.

    E di fronte a una situazione del genere non appare di poco conto anche il fatto che probabilmente non sarà semplicissimo per il presidente neppure trovare un dirigente disponibile ad assumere l’interim della segreteria generale, fino alla nomina del nuovo presidente che potrebbe anche non arrivare prima di Natale o dell’inizio del 2021.

    Chiunque prenderà il posto di Roberta Macii come facente funzioni, per non far affondare subito Di Majo, che lo avrebbe nominato, dovrebbe infatti assumersi delle responsabilità di non poco conto, a partire proprio dal bilancio e dalla definizione dell’esito della transazione con la ormai ex segretaria generale, a fronte dei rilievi del collegio dei revisori dei conti e di quanto scritto ed affermato dai componenti del comitato di g
    estione.