Don Ivan Leto*
Secondo alcuni esegeti, l’evangelista Matteo, ha unito in questi versetti due parabole affini, quella delle nozze (narrata anche da Luca) e quella del commensale senza l’abito appropriato, caratteristica di Matteo. Altri esegeti, invece, considerano questi versetti come una riflessione finale sul giudizio a partire dalla parabola delle nozze. Il re rappresenta Dio. Il banchetto è immagine dell’alleanza tra Dio e il suo popolo. Gli inviati sono i profeti (Vetero Testamento) e gli Apostoli (Nuovo Testamento). I primi destinatari sono i giudei, poiché Israele fu il primo ad essere chiamato alla fedeltà all’alleanza. Coloro che i servi incontrano lungo le strade (buoni e cattivi) rappresentano i pagani, quelli di fuori. Il fatto che Israele abbia rifiutato la sua missione non impedisce che tutti i popoli partecipino al banchetto. Per sedersi alla mensa non basta essere stati chiamati, si deve indossare l’abito nuziale. Per il banchetto nuziale si richiede un atteggiamento di “metanoia” di trasmutazione. Per partecipare alle nozze non servono grandi virtù, ma non si può partecipare solo per fare numero. In altre parole, non si può essere parte del Regno di Dio per caso.
*Don Ivan Leto
Parroco di San Gordiano
Diocesi Civitavecchia – Tarquinia

