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    Cronaca
    27 Gennaio 2021
    Un’indagine ornitologica per fotografare la Frasca
    Relazione sul sito per migliorarne la gestione e la valorizzazione. Individuate diverse criticità: preoccupa il degrado della prateria di Posidonia

    CIVITAVECCHIA – Un importante tassello si è aggiunto alle conoscenze utili per la gestione e la valorizzazione del Monumento naturale della Frasca. L’Arsial, infatti, ha affidato la redazione di una relazione a Guido Prola, su incarico e finanziamento della Direzione Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette della Regione Lazio.

    Un documento che mette in luce caratteristiche e criticità dell’area, cara ai civitavecchiesi. «Le motivazioni che hanno portato all’istituzione del Monumento Naturale sono molteplici – spiegano da Arsial – e sono relative sia ad aspetti naturalistici sia ad aspetti storico-archeologici tali da aver contribuito in maniera significativa alla definizione di caratteri paesaggistici e ambientali caratteristici dei luoghi, meritevoli di tutela e di salvaguardia. Dal punto di vista naturalistico, uno dei principali motivi di interesse dell’area, è costituito dalla presenza, in diversi momenti fenologici dell’anno (svernamento, migrazione, nidificazione), di comunità ornitiche e di singole specie di uccelli di forte valore conservazionistico che frequentano l’area sia a causa delle sua localizzazione lungo un’importante rotta di migrazione sia per la presenza di habitat di specie idonei. Obiettivo dell’indagine è quello di evidenziare tali aspetti e caratterizzare il sito, in modo esaustivo, dal punto di vista ornitologico».

    Tra le criticità individuate, ad esempio, il degrado della prateria di Posidonia “con possibili conseguenze di riduzione della presenza di pesci – si legge – che costituiscono risorsa trofica per numerose specie ornitiche acquatiche/marine. Questa prateria ha subito un notevole rimaneggiamento negli ultimi decenni a causa dell’ampliamento verso nord del porto e con la realizzazione della centrale Enel a carbone, con evidenti segni di degrado”. Una problematica di non semplice soluzione alla quale si chiede comunque di porre rimedio. Così come viene evidenziata la necessità di procedere a ricognizioni delle strutture presenti, azioni formative ed informative, regolamentazione degli accessi e delle attività di pesca. Si parla infatti di “disordine urbanistico diffuso con presenza di piccole costruzioni sia lungo la costa sia internamente all’area che sottraggono habitat idoneo per la presenza di diverse specie animali e vegetali”, “disturbo diretto diffuso a causa della presenza di auto e camper che arrivano e sostano anche sulla riva del mare, in pieno ambiente costiero”, “presenza costante e diffusa di pescasportivi” e “mancanza di dati sulla qualità chimico-fisica e biologica delle acque dei fossi presenti nel sito al fine di verificare la presenza di inquinanti”. Aspetti sui quali aprire una riflessione e dai quali partire per tutelare sempre più la zona.
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